Il Barça ha studiato in pullman «Tutti a vedere il film Invictus»

Il Barcellona è arrivato a Milano, e questa è la prima notizia. La seconda notizia è il diktat impartito da Guardiola ai suoi: il viaggio in pullman non può essere un alibi. Lo spagnolo ha impiegato una buona parte della conferenza stampa di ieri per spiegarlo anche al resto del mondo. Ci ha provato con una battuta, «Meno male che nei quarti si è qualificata l’Inter, altrimenti saremmo dovuti andare in pullman fino a Mosca», ha continuato spiegando che «14 ore in pullman non sono l’ideale, però tutta l’Europa è nelle nostre stesse condizioni, non si può fare nulla contro il vulcano», sorridendo ha rivelato che non ha viaggiato con i giocatori perché «l’allenatore è sempre un disturbo», ha concluso avvertendo «che non ci sarà alcuna lamentela per il lungo trasferimento». Un monito rivolto più ai suoi giocatori che ad altri.
Messaggio prontamente recepito dai blaugrana. «Ci siamo molto divertiti – ha rivelato Dani Alves – è stata l’occasione per passare un po’ più di tempo insieme, abbiamo guardato il film Invictus, abbiamo fatto diversi scherzi (sembra che in un autogrill Busquets abbia preso una telecamera di Sky e abbia realizzato un particolare documentario all’interno delle toilette) siamo comunque riposati».
Dici Inter contro Barcellona, pensi a Mourinho contro Guardiola, due degli allenatori più “in” del momento. C’è da credere che, come due giocatori di scacchi, nelle ultime settimane i due non abbiano fatto altro che studiarsi a vicenda, in attesa che qualcuno faccia la prima mossa. Per il momento Guardiola resta in attesa. Circospetto, attento a pesare ogni singola parola, per ora soltanto di miele. Come un discepolo che guarda adorante il maestro: «Se Josè non è il migliore del mondo – avverte - è sicuramente uno dei migliori. Per me, che sono ancora agli inizi della carriera, è un onore essere un suo avversario. Lui è molto intelligente e può sorprendere in continuazione con le sue idee».
Questa sera sarà battaglia anche in panchina. «Mi farebbe piacere sapere come giocheranno – rivela – ma so che lo scoprirò soltanto al fischio d’inizio». Guardiola, però, ha imparato in fretta come funziona il giochino, anche Mou conoscerà soltanto pochi istanti prima dell’inizio della partita la formazione degli spagnoli: Ibrahimovic dovrebbe partire dall’inizio, «Se Abidal è qui, può giocare» ha anticipato il tecnico.
A novembre il Barcellona assediò l’Inter sia all’andata che al ritorno, riuscì a segnare due reti al Nou Camp, il fortino nerazzurro tenne botta solo al Meazza. Ora, però, il passato non conta, si parte alla pari. «Mi piacerebbe ricreare tutte le occasioni avute con l’Arsenal nei quarti – immagina il tecnico spagnolo – giocheremo per vincere, ma l’Inter è una delle squadre più forti d’Europa. Le due partite di novembre contano poco, loro sanno far male in molti modi diversi: fanno davvero paura, sono straordinari, possono dominare completamente la partita». Nessun atto di sottomissione, però. «Dovremo fare due gare importanti, cercando di fare più gol possibili a San Siro: abbiamo il dovere di dimostrare chi siamo ed è quello che cercheremo di fare. La qualificazione però, si deciderà al Nou Camp». È la finale di Champions anticipata? «No, anche Bayern e Lione sono molto forti – spiega Guardiola -, per adesso voglio godermi questa semifinale, un traguardo che il Barça raggiunge per la terza volta consecutiva».

Neanche l’ipotesi di giocarsi la coppa nello stadio dei rivali madrileni, stuzzica più di tanto l’appetito di Pep. »Poter giocare a Madrid non ci interessa, l’unica motivazione deve essere la finale».
Zucchero e miele: questo è Guardiola.

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