Baracche e favelas popolano gran parte del parco del Pineto

(...) affinché vengano immediatamente sgombrate le baracche che da un anno popolano il parco. Ben 230 ettari della riserva naturale, infatti, sono invasi da 700 rom, romeni e bosniaci, che vivono dentro le loro baracche in condizioni di assoluta precarietà e sporcizia.
Il grande striscione affisso nel rudere che affaccia su via Pineta Sacchetti è chiaro e non lascia dubbi sul malessere in cui versa il parco: «Via le baraccopoli. Il parco ai cittadini».
«Abbiamo promosso questa prima edizione del Pineto Day - afferma Federico Guidi, consigliere comunale di An e vicepresidente della commissione ambiente del comune di Roma - per mostrare a tutti in cosa si sta trasformando la riserva naturale. Il parco è una riserva naturale tutelata, ma non si sta facendo niente per mantenerla tale».
In effetti, la situazione del parco è gravissima. Insediamenti abusivi e favelas occupano prepotentemente parte del territorio e il degrado divora giorno dopo giorno l’area verde.
L’ex presidente del XVIII municipio Vincenzo Fratta denuncia le condizioni dell’intera area e lancia il suo appello: «Chiediamo a Veltroni di ridare la dignità al parco, di liberarlo dalle baracche e di non essere sordo di fronte al problema della sicurezza sempre più traballante». In effetti, gli abitanti di zona denunciano l’aumento di furti e rapine nei quartieri circostanti il parco da parte dei disperati che trovano poi rifugio proprio all’interno dello stesso.


«Favoriremo - dichiara Marco Marsilio, capogruppo di An e promotore dell’iniziativa - altre edizioni del Pineto Day, fino alla bonifica totale del parco. L’amministrazione del centrosinistra deve far sgombrare le baracche, riqualificando e bonificando il parco».

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