Baracche rom sulla via del Mare: e la strada diventa più pericolosa

Manuela L., 28 anni, libera professionista tutte le sere deve percorrere la via del Mare per tornare a casa. La settimana scorsa, mentre procedeva a velocità non troppo sostenuta, ha rischiato di travolgere un uomo che stava attraversando la strada in un punto lontano diversi chilometri dal centro abitato. «Complice il buio, me lo sono vista arrivare davanti all’improvviso - ricorda - e per fortuna sono riuscita a schivarlo all’ultimo secondo. Meno male che in quel momento nessuno cercava di superarmi, altrimenti adesso non sarei qui a raccontarlo. Sono incinta, per me è stato un vero trauma».
La storia di Manuela, certo, può lasciare qualche perplessità. Eppure, scrutando con attenzione i lati della via del Mare e della parallela via Ostiense, non è difficile imbattersi nella spiegazione dell’accaduto. Parzialmente coperte dalla vegetazione, a pochi centimetri dal bordo della carreggiata, sono sorte e continuano a sorgere una serie di baracche, abitate in buona parte da famiglie di rom. Se ne contano un paio all’altezza dell’ottavo chilometro, poco prima dell’ippodromo di Tor di Valle; raggiungono quasi quota dieci giusto al di sotto di via del Cappellaccio, dopo l’allevamento per cani «Casa Luca». La struttura, ormai, è sempre la stessa: le pareti e il tetto sono costruiti con lamiere, pannelli di compensato e gomme. Per coprirle e ripararle dalle intemperie vengono utilizzati teloni, cartoni e altro materiale di fortuna.
I pericoli provocati da queste costruzioni abusive sono più di uno: anzitutto sono addossate a due strade a scorrimento veloce. Basterebbe la sbandata di una macchina o, peggio, di un camion per provocare una strage. E tale ipotesi non è poi così remota, se si pensa alla lunga serie nera di incidenti che sono capitati di notte su quel tratto che dal mare porta a Roma e viceversa.
E c’è molto altro: gli occupanti di queste nascenti baraccopoli, prive di servizi primari come energia elettrica o gas, per scaldarsi, cucinare o, come da consuetudine, bruciare il rame, accendono quasi ogni sera dei fuochi. Un denso fumo nero si leva così sulla strada, ostacolando e non di poco la visibilità delle macchine di passaggio. Ancora, l’unico modo per raggiungere le improvvisate abitazioni è quello di costeggiare la via Ostiense e la via del Mare e attraversare schivando le auto che sfrecciano, mettendo così a repentaglio la propria sicurezza e quella degli automobilisti.


L’ultima nota dolente riguarda il decoro urbano, visto che i dintorni delle baracche stanno lentamente assumendo l’aspetto e le caratteristiche proprie delle discariche, creando non pochi problemi ai frequentatori del vicino percorso ciclabile. Questo, comunque, è senza dubbio il male minore rispetto alla lunga sequela di rischi che questo tipo di insediamenti comportano.

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