Il baraccone di «Telesogno»? Costerebbe 6 milioni

RomaL’illuminato mecenate che volesse realizzare «Telesogno» dovrebbe prepararsi a uno stanziamento minimo di circa 6 milioni di euro. L’esperimento della kermesse mediatica dell’antiberlusconismo oltranzista con Michele Santoro come primo officiante non può costare di meno.
Perché se il carrozzone bolognese s’è tenuto in piedi con circa 150mila euro grazie alle sottoscrizioni web, alla generosità degli sponsor e alla fornitura di manodopera gratis da parte della Cgil, istituzionalizzare tutto l’ambaradan costerebbe molto più caro.
Proviamo, dunque, a rendere carne lo spirito di una trasmissione finalizzata al pedissequo massacro del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e dei suoi simpatizzanti. E proviamo anche a immaginare che i due «martiri» per eccellenza dello stop ai talk show di approfondimento politico, Michele Santoro e Giovanni Floris, accettino di lavorarvi assieme mettendo da parte il protagonismo da prime donne della telecamera. «Michele chi» costa 700mila euro annui e il «signor Ballarò» la metà. Il primo milione s’è già volatilizzato.
Ovviamente irrinunciabili i due comprimari per eccellenza: Marco Travaglio con le sue omelie e Vauro Senesi con le sue vignette al curaro. Costano 1.700 euro a puntata il primo e mille il secondo che per una trentina di puntate (il normale ciclo di una trasmissione di questo tipo) costano 81mila euro.
Ultimi, ma non meno importanti, i costi di produzione. Tra impianto scenico, regia, troupe, satellite, autori, giornalisti e compagnia cantante non si può pensare di spendere meno di 100mila euro a puntata, cioè tre milioni per garantire ogni settimana, pausa estiva esclusa, il processo al Cavaliere. A questi bisogna aggiungere il costo della manodopera: attrezzisti, truccatori, costumisti, cioè la vera spina dorsale di ogni produzione televisiva. Volendosi tenere bassi non si può pensare di spendere meno di 50mila euro a puntata per un programma del genere. Bisogna quindi preventivare un costo di 1,5 milioni di euro che portano il totale ai 5,6 milioni inizialmente preventivati.
Una volta che si sono costruite le mura della casa, tuttavia, non si può pensare di abitare nel rustico. Occorrono finiture e arredamento di livello perché i santori, i travagli, i ruotoli si sentano a proprio agio. Eventi come Raiperunanotte rappresentano un’eccezione: dai tempi dei Fantastico di Pippo Baudo l’intrattenimento tv con ospiti si è molto impoverito, eccezion fatta per il Festival di Sanremo. Anche perché se Nicola Piovani per un concerto guadagna circa 25mila euro, orchestra esclusa, e se uno spettacolo sboccato e boccaccesco di Daniele Luttazzi costa circa 30mila euro, è improponibile immaginare un Antonello Venditti cantare a ogni puntata giacché i suoi recenti concerti di Capodanno sono stati remunerati dalle varie organizzazioni con circa 150mila euro.
Certo, un’«ospitata» non costa quanto una serata ma anche i paladini della libertà di informazione tengono famiglia. Quindi, non è peregrino ipotizzare che questa immaginifica «Telesogno» finirebbe con il costare molto più dei 6 milioni necessari per avviarla.

E come recuperarli? La psicosi collettiva da bavaglio (finto) ha spinto 50mila italiani a versare 2,5 euro a testa per il baraccone di giovedì. Magari «Telesogno» potrebbe anche catalizzare pubblicità. Ma è troppo fresco il ricordo del flop di Fiorello su Sky per pensare che i successi Rai si possano replicare pari pari sulle nuove piattaforme.

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