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Barack fa l'italiano: dai pantaloni alla cucina

Il presidente ama il Belpaese. Adora la sua cucina, la moda e la musica. Alla moglie ha regalato un anello fatto a Valenza Po. Le scarpe della first lady sono "made in Toscana". Obama ha un debole per i pantaloni sportivi confezionati da una ditta piemontese. E a suonare per lui, alla cerimonia d'insediamento, sarà un jazzista siciliano

Barack fa l'italiano: dai pantaloni alla cucina

Pu essendo nato alle Hawaii, da mamma americana - del Kansas - e padre keniota, Barack Obama ha l'Italia nel cuore. Il nuovo presidente degli Stati Uniti ha qualcosa in più di una semplice passione per il nostro Paese: lo ama. E in più di un'occasione lo ha dimostrato. E' un amore che lui stesso ha dichiarato la notte del trionfo elettorale, il 4 novembre, a Chicago: “Amo l'Italia, è il Paese che amo di più. Mi piacerebbe venirci al più presto, ma non so quando”. In realtà lo ha già visitato, da ragazzo, quando fece un viaggio in tutta l'Europa: “Avevo guardato la notte scendere sul Palatino, aspettando che spuntassero le prime stelle, ascoltando il vento e i suoi sussurri di mortalità” (dal libro di Obama “I sogni di mio padre)”. La musica, il cibo, la moda e i gioielli: ecco alcuni esempi utili a comprendere quanto il nuovo inquilino della Casa Bianca ami il “made in Italy”.

Quelle note jazz siciliane
A suonare per Obama per la cerimonia di insediamento, a Washington, sarà uno dei talenti più giovani della musica jazz siciliana: Francesco Cafiso di Vittoria, in provincia di Ragusa. Il bravo musicista, appena ventenne, sarà ospitato da Wynton Marsalis e dalla “Jazz Lincoln Center orchestra” per la cerimonia “Inauguration and Martin Luther King jr. day” in programma il 19 gennaio.

I pantaloni piemontesi
A Obama piacciono sportivi, con l'orlo stretto. Il modello di cui si è innamorato è il “PT01” prodotto dalla Cover Manifattura di Pianezza, a sei chilometri da Torino. Sono pantaloni di taglio sartoriale prodotti con ottimi tessuti. Il presidente li ha scovati in una boutique a Deauville, e ne ha subito comprati quattro paia. Poi, su un catalogo, ha visto prototipo, il “Silver Chino”, taglio militare, tinta kaki, e subito li ha voluti. Taglia 52. La ditta, fondata da Pierangelo Fassino nel 1958, è ora portata avanti dal figlio Edoardo. Il loro nuovo cliente ama i pantaloni sportivi della Cover, sportivi ma con un vezzo particolare: i bottoni d'argento.

Le scarpe pisane
Anche la moglie di Obama, Michelle, si è inchinata alla moda italiana. Lo ha fatto scegliendo degli esclusivi modelli di scarpe disegnati dalla stilista Claudia Ciuti, che da 14 anni vive a New York, dove ha una boutique in Madison Avenue, ma continua a produrre i suoi modelli nel calzaturificio di famiglia, a Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa. La designer toscana ha già lavorato per clienti vip: Jodie Foster, Eva Herzigova, Ivanka Trump e Vanessa Williams. E a dire il vero non è la prima volta che le sue scarpe toccheranno pavimenti e tappeti della Casa Bianca. Prima di Michelle, infatti, Claudia Ciuti aveva avuto come cliente anche l'allora fist lady Nancy Reagan.

Il gioiello di Valenza Po
Obama voleva a tutti i costi fare un dono speciale per sua moglie. Un gesto per ringraziarla della pazienza che lei aveva avuto durante la faticosa campagna elettorale – lunga più di un anno – per diuventare presidente degli Stati Uniti. Così, quando le fatiche elettorali sono terminate, archiviata la festa Obama ha contattato un suo amico – che distribuisce gioielli – e ha individuato un anello prodotto dalla ditta “Giovanni Bosco” di Valenza Po, in provincia di Alessandria, molto conosciuta e apprezzata anche in America. Un gioiello molto bello ed elegante in oro nero graffiato, a segmenti, impreziosito da un pavé di diamanti. Il costo? Top secret. Per averlo possono bastare alcune migliaia di euro. Ma tutto dipende dalle pietre utilizzate. A Valenza dicono che la scelta del presidente è ricaduta su un modello “da media borghesia, niente di eclatante, anche se il modello è esclusivo”. Insomma, niente a che vedere con l'anello fotocopia regalato da Sarkozy a due donne diverse.

La cucina italiana
Per festeggiare la vittoria Obama ha scelto il ristorante “La Spiaggia” dell'amico chef Tony Mantuano. Il menu prevedeva strangozzi alla carbonara, ravioli di ricotta, baccalà alla vicentina e vini rigorosamente italiani. Il palato del presidente è rimasto talmente soddisfatto che, per la notte di San Silvestro, Obama si è voluto concedere il bis. Michelle, a quanto pare, ha particolarmente apprezzato il baccalà alla vicentina con la polenta, preceduto da due primi sempre di origini venete: risi e bisi (riso e piselli) e i bigoli con le sarde. Come antipasti, invece, la first lady ha scelto i gusti della Toscana: crostini di fegatini e affettati misti. Cantuccini con vin santo e sbrisolona da intingere nella grappa di Prosecco per chiudere con dolcezza. Percorso veneto-toscano anche per i vini: Nipozzano dei Marchesi de' Frescobaldi e Prosecco di Valdobbiadene. Per il brindisi finale sembra che la scelta sia caduta sulle bollicine francesi.

Ma la chef di Bush resta al suo posto
In molti davano per scontato che Obama avrebbe portato con sé, alla Casa Bianca, uno chef italiano. La scelta, però, almeno per il momento, è ricaduta sulla tradizione. Confermata la cuoca dei Bush, la filippina Cristeta Comerford, diventata nel 2005 la prima donna ad assumere la guida della cucina della Casa Bianca. Il suo punto di forza? Piatti creativi ma con gusto americano. Di lei agli Obama deve essere piaciuta la contaminazione asiatico-americana. La Comerford, infatti, è partita dalle Filippine per gli States a 23 anni, ora ne ha 43. Prima della Casa Bianca ha lavorato per importanti ristoranti della capitale. Prima ancora era stata allo Sheraton hotel, vicino all'aeroporto di Chicago. La città di adozione di Obama. Chissà se, fra qualche tempo, il presidente non le chiederà qualche contaminazione con il gusto italiano..

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