Bargnani fa l’americano e accende la speranza Italia ancora in corsa

L’Italia del basket mette in valigia quasi tutto, ma, per fortuna, dimentica nell’armadio di Siauliau il cappello da mago di Andrea Bargnani che ricorda alla Lettonia, agli scettici, che lui è pur sempre una prima scelta Nba: 36 punti segnati per la prima vittoria di Azzurra tenera nell’europeo che voleva già mandarci a casa. In pratica il maghetto romano ha segnato la metà dei punti di una squadra che soltanto nell’ultimo quarto ha costretto alla resa la giovane Lettonia battendola 71-62, seguendo una strada tortuosa nel giorno in cui Gallinari faceva soltanto la biscia dispettosa al tiro (1 su 9) e Belinelli vedeva sempre il canestro troppo piccolo (2 su 12).
Per la storia di questi campionati la vittoria ed il record non cambiano molto, perché sarà quella di domani contro la Francia la partita decisiva, ammesso che basti incatenare Parker, ma bisogna comunque aggiornare la storia dei grandi realizzatori in maglia azzurra e allora eccoci al Bargnani da 36 punti, trovati con 11 su 26 al tiro, non una supermedia, soprattutto il 9 su 21 da 2 punti, ma perché essere ancora schizzinosi dopo aver bevuto tanta cicuta, 7 rimbalzi dove per 3 tempi abbiamo sempre subito, 3 stoppate. L’uomo di Toronto si siede alla destra di Antonello Riva (48-41-40-39-37 fra l’87 e il ’92), del canturino Lino Cappelletti (45 nel settembre ’56 a Bologna contro la Svezia), del compianto Claudio Malagoli (40 a Istanbul nel 1978 nella vittoria sui turchi per 94-93), alla pari con Carlton Myers che infierì sulla Svezia ad Avellino nel 1997. Lui, però, ha fatto il suo record in un Europeo e questo conta come i 41 di Riva ai mondiali argentini contro il Brasile.
Ci consoliamo scrivendo questa storia del ragazzo romano cresciuto cestisticamente a Treviso e diventato famoso per essere stato una prima scelta dei Toronto Raptors che nell’ultima stagione gli hanno dato tante responsabilità ed esagerando un po’ anche tante colpe per un’altra stagione deludente della squadra.
Anche in Lituania, dopo i due atterraggi sulla ghiaia contro Serbia e Germania ci siamo chiesti spesso dove avesse dimenticato le sue magie il 2 metri e 13 che nella prima partita era stato almeno decente, ma contro i tedeschi è diventato margarina. Ieri è entrato in quintetto base per la prima volta in questo Europeo e ha tenuto in vita nel primo quarto (18-21) un’Italietta mai convincente, mai felice di essere davvero una nave pirata in mezzo a troppi colossi, poi ha messo l’elmo contro la gioventù lettone che ci dominava a rimbalzo (26-18 dopo 20’ chiusi sul 33 pari proprio grazie ad un suo canestro) aprendo la strada per una serata senza rimpianti. Quando finalmente hanno provato a dargli una mano per costruire la vittoria anche il Mordente che mordeva ogni polpaccio, il Mancinelli che anche andando a farfalle qualcosa crea sempre, allora ha potuto costruire la sua partita da primato trovando persino Belinelli che ha giocato 38 minuti, si è dato tanto da fare, ma, evidentemente non ricorda più niente di quello che lo fece diventare giocatore con la maglia Fortitudo, perché ora è confuso dalla vita Nba dove si brucia tutto in un attimo e si pensa sempre al domani.
Per l’Italia il primo momento di quiete. Domani sarà la Francia a dirci se dovremo tornare a casa già dopo la prima fase.

Chi aveva onestà per valutare le cose lo temeva e forse lo sapeva, chi aveva illuso parlando di medaglie e qualificazioni olimpiche sarà in giardino con il fucile puntato per sparare sul progetto basket italiano che non c’è ancora e, naturalmente sull’allenatore che in Italia non batte nessuno.

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