
È il 31 marzo 2025, una studentessa di tecniche di laboratorio biomedico si reca alla fermata del bus a Messina. Si chiama Sara Campanella, ha 22 anni ed è originaria di Misilmeri, in provincia di Palermo: gli studi, voluti fortemente per quella branca, l’hanno portata fuori provincia, anche se il fine settimana fa sempre rientro a casa.
Sarebbe stata una storia comune, ma la sua vita è stata bruscamente interrotta in modo violento. In quel ritorno routinario dall’università Sara Campanella è stata colpita a morte da Stefano Argentino, 27enne di Noto che da un paio di anni, a intervalli irregolari, l’avrebbe contattata per avere una relazione con lei. Di fronte all’ennesimo rifiuto il femminicidio. “Un femminicidio atipico”, precisa a IlGiornale il cugino della vittima Giampiero Campanella.
Giampiero, chi era sua cugina Sara?
“Sara era una ragazza sempre disponibile ad aiutare le persone. Aveva tanti amici e amiche, ma era al tempo stesso molto selettiva, come si può evincere dai suoi profili social. Era sveglia, sapeva di chi potersi fidare, chi poter frequentare”.
In criminologia, sua cugina è quella che comunemente sarebbe definita “vittima a basso rischio criminologico”: aveva alle spalle una comune famiglia di lavoratori, amici e parenti che le volevano bene, frequentava l’università, non aveva e non aveva avuto rapporti di nessun tipo con il suo killer. Secondo lei, questo omicidio riguarda tutti e tutte?
“Sì, ci riguarda tutti e dovremmo impegnarci in futuro affinché non avvenga più. Credo che sia fondamentale a questo proposito ricevere, fin da ragazzini, per esempio a scuola, un tipo di educazione legata all’affettività, per far comprendere il vero significato della parola ‘amore’. Perché probabilmente è proprio questo il problema: non si sa cosa significa amarsi. Mi aggancio alla frase che ha scritto Sara sui social: ‘Mi amo troppo per stare con chiunque’. Al primo posto dovrebbe esserci l’amore verso se stessi, altrimenti non si potranno amare altre persone”.
Come dovrebbe avvenire questo tipo di insegnamento?
“Bisognerebbe introdurre la figura degli psicoterapeuti, non bastano i pedagogisti. E inoltre il lavoro dovrebbe essere integrato con altri enti come Asl, ambiti territoriali, affinché i ragazzi e le ragazze siano supportati con figure specifiche. Non basta uno psicologo ogni 10 scuole, ogni istituto dovrebbe avere il suo. E queste figure dovrebbero essere presenti anche nelle scuole superiori e nelle università. Da questo punto di vista c’è un silenzio assordante da parte delle istituzioni. Quello di Sara è stato un femminicidio atipico”.
In che senso?
“In altri femminicidi, l’assassino aveva avuto o aveva una relazione con la sua vittima. Sara era una ragazza di 22 anni che studiava, alla quale è stato negato un futuro. A una ragazza è stato negato il diritto di poter studiare, di poter coltivare le sue passioni e i suoi sogni sono stati spenti da un collega di università. Perché lei usciva dall’università, da un’istituzione scolastica”.
Cosa le resta del ricordo di Sara?
“Tantissime cose. Negli ultimi tempi veniva a trovarci nella nuova casa, le piaceva ascoltarmi mentre suonavo il violino, strumento di cui era innamorata. Un’altra passione che coltivava era quella per gli animali: la sua gatta e il mio gatto sono sorella e fratello. Ogni volta che guardo il mio micio penso sempre al nostro legame speciale e a quando la sua la stia aspettando ancora, tanto che spesso vado a rassicurarla. Era troppo buona e gentile: forse per questo non si aspettava di essere uccisa. Ma diciamolo: chi mai si aspetta una cosa del genere?”
Cosa farete ora?
“Stiamo creando una fondazione. Abbiamo avviato una raccolta fondi tramite GoFundMe e abbiamo avuto i primi contatti con un notaio per muoverci fattivamente.
La fondazione darà aiuto alle ragazze in difficoltà per portare avanti i valori, i sogni e l’impegno che Sara ha incarnato per tutta la vita. Naturalmente ci occuperemo anche di lotta contro la violenza di genere e il femminicidio, a partire proprio da progetti educativi per la prevenzione la sensibilizzazione delle giovani generazioni”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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