Bari, muore a ventitré anni per non farsi rubare l’auto

da Bari

Un furto d'auto si è trasformato in tragedia. Ha fatto di tutto per non farsi portare via quella macchina acquistata a suon di turni in fabbrica, di fatica e di sudore. Ed è morto per questo.
A perdere la vita così, in un’altra giornata di ordinaria violenza, vittima di due balordi di periferia, è stato un ragazzo di 23 anni, Michelangelo De Palo, operaio in un'azienda della zona industriale di Modugno, alle porte di Bari. Poco dopo le 14 di ieri il giovane, ormai alla fine della pausa pranzo, ha notato due individui introdursi nella sua auto, un'alfa 147. Non poteva non far niente. Così ha gridato, si è buttato all’inseguimento scattando verso la sua Alfa che partiva a tutto gas. E si è aggrappato alla portiera del lato passeggero, riuscendo ad aprirla. Voleva saltar dentro per bloccare i ladri.
Michelangelo De Palo, però, non ce l’ha fatta. Dopo qualche decina di metri è finito sul selciato, battendo violentemente la testa. Sul posto sono arrivati, chiamati dai colleghi del ragazzo i sanitari del 118 che hanno lo hanno trasportato al Policlinico di Bari. Era già in coma: inutile l'intervento dei medici. Michelangelo non ce l'ha fatta: è morto tre ore più tardi in camera operatoria.
«Siamo giunti sul posto trovando una grande macchia di sangue lì dove il ragazzo era caduto al suolo. È sempre terribile assistere a simili episodi» racconta Daniele Dinoi, capitano della compagnia dei carabinieri di Modugno, l’ufficiale che coordina le ricerche dei malviventi in tutto il territorio barese. Si sono levati in volo gli elicotteri, da terra carabinieri e poliziotti hanno provato a chiudere le vie di fuga. Ma ancora fino a tarda sera dei banditi nessuna traccia.
Il pm Francesco Bretone, titolare dell’inchiesta, ha già disposto l’autopsia sul corpo della vittima. L’esame potrà chiarire meglio la dinamica dei fatti. E quindi anche i capi d’imputazione a carico dei due balordi riusciti per ora a fuggire. Sui volti della folla accorsa sul posto i segni dello sgomento, la paura, l'angoscia. Chi vive in un territorio segnato dalla delinquenza si trova a combattere ogni giorno con questi fattori. Non è, infatti, la prima volta che accade un episodio simile in Puglia; cinque anni fa, a Foggia, morì un uomo di cinquant'anni proprio come è accaduto ieri. Stessa dinamica, stessa tragedia, stesso dolore per la famiglia.
E ieri per un attimo la zona industriale di Modugno, quella dove si lavora in silenzio, ha spento i motori: si è stretta attorno a chi conosceva la vittima, il classico bravo ragazzo, pronto a vestire la tuta blu otto ore al giorno. «Non doveva morire in questo modo Michelangelo - dice in lacrime un operaio di un’azienda vicina alla Edif (quella in cui lavorava la vittima) -. Occorre maggiore vigilanza soprattutto nelle zone periferiche della città, qua siamo soli».
Qualcuno nel tardo pomeriggio ha deposto qualche fiore sull'asfalto dove ha perso la vita Michelangelo.


Ora si tornerà a parlare del problema sicurezza, di microcriminalità, di cosa fare. Lo Stato, probabilmente risponderà mostrando più sirene e divise. Posti di blocco e controlli. Ma si sa, dura qualche giorno. Il tempo di dimenticare.

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