Barona senza case, scatta la raccolta di firme

La necessità di avere un tetto sulla testa e insieme la difficoltà di trovarne uno hanno spinto i residenti del quartiere Barona e i residenti del quartiere Giambellino a dare il via ad una vera e propria mobilitazione per chiedere alle istituzioni un’immediata risoluzione al problema.
In soli 15 giorni i residenti di entrambi i quartieri hanno raccolto più di 2500 firme: «Molta gente è senza casa e tanti sono in lista di attesa per l'assegnazione di un alloggio popolare da troppo tempo, la situazione è diventata insostenibile», sbottano i cittadini che nella sottoscrizione della petizione possono contare anche sul sostegno di un alleato eccellente: il decanato che fa capo alla zona 6. Ad appoggiare la petizione popolare è, infatti, scesa in campo anche la chiesa.
Tutto è partito dalla parrocchia di Santi Nazareno e Celso nel quartiere Barona dove le associazioni che gravitano intorno alla comunità religiosa - i volontari che si prendono cura degli anziani soli, coloro che il sabato e la domenica distribuiscono cibo e vestiti e il parroco don Roberto Rondanini - si sono accorti che, complice la crisi economica degli ultimi tempi, l’emergenza casa diventava un problema sempre più serio. «Il numero delle famiglie a rischio sfratto cresce - attacca Aurelia Riva, volontaria -, molti hanno perso il lavoro e non riescono più a pagare l’affitto, la questione è urgente e bisogna subito fare qualcosa». Per i residenti vuol dire far partire la riqualificazione degli appartamenti popolari vuoti e inutilizzati da anni. «Sappiamo che non vengono assegnati perché sotto i 35 metri quadri o perché in condizioni fatiscenti - continua -. O si cambia la legge oppure l’Aler insieme al Comune devono provvedere alla ristrutturazione di questi alloggi».
E, nonostante le rassicurazioni d’investimento per l’edilizia popolare milanese promesse dal Piano Casa presentato ieri in Regione - che in moneta sonante vogliono dire, secondo le intenzioni del governo, lo stanziamento di 550 milioni di euro per l’edilizia sovvenzionata nazionale - i cittadini della circoscrizione di zona 6 preferiscono, invece, sventolare i numeri del «disavanzo casa» nel capoluogo meneghino.
«Secondo le stime - spiega Franco Corsi, volontario della comunità religiosa - ci sono 24mila 529 domande di alloggi popolari l’anno a fronte di 1.065 assegnazioni, un numero troppo eseguo per far fronte all'emergenza». Un’emergenza che fa lievitare i numeri del disagio. A Milano, infatti, ogni anno avvengono moltissimi sfratti con concessione della forza pubblica e contemporaneamente sale il numero di famiglie milanesi che non riescono a far fronte al pagamento della rata del mutuo: nel 2008 le esecuzioni immobiliari sono state 2552, l’8 per cento in più rispetto al 2007. «In più se si considera - aggiunge Corsi - che si è avuta, nel 2008, una crescita media del 72 per cento del canone di affitto i conti sono presto fatti».
Del problema è stato discusso anche sabato scorso durante un incontro organizzato presso i locali parrocchiali di Santa Maria Ausiliatrice in via Martinelli a cui ha preso parte anche Andrea Fanzago, vice presidente del Consiglio comunale e presidente della commissione Servizi Sociali.


Ora il problema è passato al vaglio della commissione Casa del consiglio di zona 6 a cui i cittadini chiedono innanzitutto di sapere il numero esatto di appartamenti popolari sfitti nella circoscrizione: «Manderemo all’Aler e a palazzo Marino - assicura Giancarlo Bergamaschi, presidente della commissione - la richiesta di effettuare un censimento di tutti gli alloggi vuoti presenti in zona per valutare il successivo reinserimento di questi appartamenti nel circuito delle assegnazioni».

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