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Energia intraprendente. Una rivoluzione di scenari alla quale il gruppo vicentino Fiamm sta rispondendo con profondo impegno e una totale ridefinizione strategica di obiettivi e prodotti che prendono in considerazione, da un lato, la maturazione dei mercati occidentali dell’energia, ormai saturi, con l’impiego di nuove tecnologie e fonti rinnovabili. Dall’altro, la naturale evoluzione, più tradizionale, dei Paesi della così detta area Bric (Brasile India e Cina), dove però, oltre Muraglia, si sta già attuando un profondo piano di riconversione sulla green economy - invogliata dagli elevatissimi livelli di inquinamento ambientale. Ed è qui che il gruppo di Vicenza, già operativo con lo stabilimento di Wuhan, pensa di concentrare le sue attenzioni pronto a cogliere ogni opportunità. Le parole d’ordine sono responsablità, prossimità, eccellenza, miglioramento continuo, coraggio innovativo. «La ricerca di un continuo miglioramento industriale e produttivo, vista la mutazione epocale dei mercati e della società in atto oggi - spiega Stefano Dolcetta - rappresenta l’unico futuro possibile anche nella produzione di prodotti e servizi. Un futuro che sarà migliore se questa ricerca sarà realizzata e gestita nel rispetto dell’ambiente e dei valori umani fondamentali. Il nostro obiettivo è quello di soddisfare e anticipare, in modo sostenibile, i bisogni del mercato in materia di energia pulita, sicurezza e comunicazione per la mobilità delle persone, delle merci e delle informazioni a livello globale. È indubbio che nei grandi Paesi occidentali sia in atto una profonda revisione del nostro rapporto con le fonti energetiche e con un impiego diverso delle energie. Ed è proprio in queste aree che noi intendiamo inserire la nostra futura risposta di prodotti e di tecnologie, con profonde innovazioni in grado di soddisfare ogni nuovo corso. La nostra articolazione produttiva e commerciale in più Continenti, ci permette di mettere a disposizione di questi scenari, un’organizzazione capillare in grado di rispondere con grande efficienza». Tempo ne è passato da quando nel 1942, l’ingegnere Giulio Dolcetta, acquisì la società Elettra e la trasformò in Fabbrica italiana accumulatori motocarri Montecchio. Con l’acronimo Fiamm, l’azienda si è internazionalizzata negli anni ’80, con l’importazione di batterie stazionarie in Usa e la costituzione di Fiamm Germania e Fiamm Francia, poi in Usa (Michigan), Brasile (San Paolo) e Cina (Wuhan).
«Oggi ci muoviamo nel segno della continuità, ma con una nuova e definitiva attenzione strategica agli sviluppi sostenibili - conclude Stefano Dolcetta -; nonostante le avversità dei mercati abbiamo deciso che il business non fosse in declino e abbiamo puntato sull’innovazione».

E adesso? «Le batterie al sale costano più di quelle normali, ma si prestano a essere utilizzate in applicazioni più ridotte, sono pratiche, e General Electric, ci ha chiesto di comprare le celle. La prospettiva per noi è di farne un asset cruciale per il futuro dell’azienda».

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