Barroso: «Spazzati via dieci anni di crescita»

Nuove parole di monito circa la crisi finanziaria in atto nei paesi Ue da parte del presidente della Commissione europea Josè Barroso. «Una crisi che ha spazzato via 10 anni di crescita e di progressi, e non è ancora passata - ha detto Barroso alla Conferenza per il Comitato economico che si è chiusa ieri a Firenze -. La situazione in Grecia e gli attacchi alla stabilità dell’euro lo dimostrano».
Barroso ha anche sottolineato che «l’Europa ha approvato un’azione coordinata per sostenere gli Stati membri. Non è stato facile, ma tutti si sono messi d’accordo». Del resto la situazione, dopo i problemi sul debito greco, è apparsa subito difficile. Il mercato finanziario ha infatti immediatamente preso di mira l’euro, che si era molto rivalutato nei confronti del dollaro e i titoli di stato di Paesi con i conti traballanti, anche se non in default come la Grecia, ossia Spagna e Portogallo. Non c’è dubbio comunque che tutti i mercati finanziari della zona euro siano finiti nel mirino della speculazione. «In passato possono esserci stati casi di speculazione finanziaria nei confronti di singoli Paesi, - ha spiegato Barroso - ma è la prima volta che ci troviamo di fronte ad attacchi al debito sovrano di una zona monetaria integrata». Il presidente ha anche sottolineato che «non ci può essere unione monetaria senza unione economica: i mercati lo hanno capito - ha detto - e spero che adesso lo capiscano anche i politici». Tra i problemi da affrontare e risolvere in fretta c’è l’evasione fiscale. «In alcuni paesi - ha detto Barroso - è enorme: per questo serve cultura del rigore. Spero che il Consiglio europeo che si riunirà a giugno, fissi gli obiettivi di qualità per l’istruzione e l’inclusione sociale.

E se riusciremo a trovare il consenso, proveremo a costituire, entro il 2010, la piattaforma contro la povertà per il dialogo con gli Stati membri. A novembre inoltre approveremo le raccomandazioni contro l’abbandono scolastico e nel 2011 prenderemo misure sull’istruzione per i migranti e sulle politiche per l’infanzia».

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