Bassanini gela l’Unione: il viceministro ha torto

L’esponente della Quercia replica alla «Stampa»: non ho mai detto che lo spoil system va applicato anche alla Guardia di finanza

da Roma

Una palla di neve può originare una slavina. Un titolo poco azzeccato per un articolo può causare una delle sconfessioni più palesi dell’operato del viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco. Una bocciatura a firma non di un esponente della Cdl, ma dell’ex senatore diessino, Franco Bassanini, padre dell’ultima riforma dell’organizzazione del governo.
Ma andiamo con ordine. Domenica scorsa 3 giugno il quotidiano La Stampa pubblicò a pagina 4 un trafiletto contenente le opinioni di Bassanini sul caso Speciale. «Il governo - aveva detto l’ex ministro ora alla Cassa Depositi e Prestiti - ha il potere di nominare il comandante della Guardia di Finanza. Ma non può fare altrettanto per i suoi sottoposti». Visco poteva trasferire i quattro ufficiali dalla Lombardia? «Non avrebbe potuto». Nemmeno per gravi ragioni? «Quello sì. Dopodiché la decisione spettava sempre al comandante generale». Insomma con la Gdf lo spoil system non vale.
La titolazione, però, era fuorviante. «Le deleghe a Visco erano legittime. Il problema in Italia è l’assenza dello spoil system». E questo inconveniente ha suscitato la reazione piccata dello stesso Bassanini che ha inviato una lettera al quotidiano diretto da Giulio Anselmi. Nell’edizione di ieri, a pagina 36, la rubrica della corrispondenza ha informato i lettori del motivato disappunto del politico diessino. Che, senza mezzi termini, ha stigmatizzato le «indebite intromissioni» di Visco.
«Il potere governativo di dare “direttive” alla Guardia di Finanza in materia di lotta all’evasione fiscale è riconosciuto al ministro dell’Economia dall’articolo 56 del decreto 30/99 (uno dei decreti Bassanini). Ma questo potere di direttiva del ministro (o del viceministro) non deve ledere l’autonomia organizzativa della Guardia di Finanza». Per evitare fraintendimenti l’esperto amministrativista ha ribadito che «spetta al comandante generale della Gdf confermare o trasferire i responsabili delle varie strutture interne del Corpo».
Visco, quindi, ha interferito nella normale organizzazione delle Fiamme Gialle. «Al massimo - ha sottolineato Bassanini - il ministro può segnalare alla sua attenzione gravi ragioni che suggeriscano un trasferimento restando tuttavia al comandante la piena libertà e responsabilità della decisione finale». L’ex titolare della Funzione pubblica ha difeso il suo provvedimento come «una buona norma, espressione del principio della distinzione tra politica e amministrazione» coerente con il principio costituzionale di imparzialità delle pubbliche amministrazioni.
La lettera datata 16 marzo 2007 inviata da Visco a Speciale nella quale si invitava il generale a vagliare le «ipotesi di designazioni» previo «un approfondito confronto sulle motivazioni delle stesse con l’autorità politica» rovescia il principio sancito dalla Costituzione. Ed è lo stesso Bassanini a metterlo in evidenza. «Non ho nessun rimpianto - ha scritto - per la regola dello spoil system. Ribadisco al contrario la necessità di tener ben ferma la distinzione tra politica e amministrazione».

L’esecutivo deve fissare le strategie e dare direttive, l’amministrativo deve attuarle «in piena autonomia da improprie ingerenze della politica» e rispondendo dei risultati ottenuti e di quelli mancati.
Un titolo errato ha prodotto la slavina. A valle Visco è stato lasciato solo. Anche da Bassanini.

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