Basso ci prova sui Pirenei ma stacca soltanto Cunego

Plateau de BeilleGli uomini immagine di questo Tour de France sono proprio loro, i fratelli Schleck: tanto fumo e poco arrosto. Sono gli autentici "vorrei ma non posso". Quelli che scattano a ripetizione ma non serve nemmeno andarli a riprendere, perché tornano indietro da soli.
Dopo tanta attesa, la montagna ha davvero partorito un topolino. Un topolino belga, che di nome fa Jelle Vanendert. Lui bravo: uno scatto e via. E' vero che nessuno l'ha inseguito perché fuori classifica, ma almeno abbiamo assistito ad uno scatto che è andato a buon fine. Per questo un bravo se lo merita anche il campione olimpico Samuel Sanchez, che lemme lemme, quatto quatto, di scatti ne fa due: il primo per portarsi via Andy Schleck; il secondo per lasciarlo lì sul posto e andare a guadagnarsi un secondo posto alle spalle del belga, che gli vale il sesto posto nella generale.
Molti scatti li fa anche Thomas Voeckler, la maglia gialla, che cura come un ossesso Evans e Frank Schleck, gli immediati inseguitori che potrebbero sfilargli il primato, ma alla fine è lui che fila via sul traguardo felice come pochi per averla difesa come un leone.
Un leone è anche il nostro Ivan Basso, che troppo presto deve rinunciare ad un uomo prezioso e strategico come Sylvester Szmid, e quindi alla fine deve fare tutto da solo. Lui non scatta, anzi, le variazioni di ritmo le subisce come pochi. Patisce nella prima fase della salita, poi trova il passo ma dà sempre l'impressione di essere più determinato che forte quando si mette in testa e in qualche momento dà l’impressione di potercela fare.
«E' stata una giornata così così - ammette a caldo il corridore varesino -. Se si vuole vincere il Tour, e soprattutto far fuori due corridori tosti come Evans e Contador che dalla loro hanno anche la prova a cronometro di Grenoble, bisogna correre diversamente. I fratelli Schleck non possono andare via solo nel finale e sempre a scatti, devono rendere la corsa molto più dura e molto prima. Lo ammetto: non sono soddisfatto di come sono andare le cose, anche se so di poter ancora fare molto sulle Alpi. L'imperativo categorico però è rendere la corsa molto più dura per provare a mettere in difficoltà Evans e Contador».
Ha ragione Basso a considerare Evans e Contador i due uomini da battere, ma senza trascurare nemmeno Samuel Sanchez e il furbetto Voeckler. Ivan confida molto sulle Alpi, ma bisogna essere anche realisti. Di tappe davvero toste - da capogiro - c'è solo quella del Galibier, giovedì. Duecento chilometri con Agnello, Izoard e arrivo a 2.645 metri (mai un traguardo così in alto al Tour). Il giorno seguente c'è ancora il Galibier e l'arrivo all'Alpe d'Huez: vorremmo tanto essere smentiti, ma una tappa di soli 109 km, potrebbe risultare indigesta proprio a Ivan, che ama le frazioni molto più lunghe e faticose. Tutto questo per dire che stando così le cose, e soprattutto alla luce della crono di Grenoble, per Ivan sarà difficile finire sul podio.
Chi ha già abbandonato sogni di gloria è Damiano Cunego, che ieri ha lottato a fondo, fino allo scatto di Sanchez che l'ha fatto andare fuori giri. «Ho provato a resistere fin quando ho potuto - ha ammesso il corridore veronese -. Ho tenuto duro, ma l'andatura era davvero molto elevata e alla fine ho proferito andare su con il mio passo, piuttosto di rischiare di saltare per aria».
Se la ridono Thomas Voeckler, Cadel Evans e Alberto Contador. Su di giri anche Samuel Sanchez, mentre gli altri hanno poco da stare allegri. Il primo sogna, Evans e Contador ancora di più. Le forze in campo sono quelle che sono. Si è visto ieri: tutti lì, attaccati al manubrio, appassionatamemente. Il vincitore, il belga Jelle Vanendert ha fatto registrare un tempo superiore a quello di Marco Pantani (1998, l'ascesa a Plateau de Beille in 43'30") di 3'20". Si dirà: ma quello era tutto un altro ciclismo. Vero, verissimo, ma francamente a noi interessa anche poco. Non vorremmo ogni volta analizzare il sangue dei corridori prima di scrivere un articolo, ci piacerebbe molto più semplicemente prendere nota dello spettacolo che questi sono capaci di offrire. Ieri sono stati semplicemente raccapriccianti. Due giorni fa, a Luz Ardiden, ad esempio, abbiamo assistito ad uno spettacolo molto diverso.

D'altra parte le corse le fanno i corridori: con o senza ottani addizionati. Giovedì lo spettacolo è stato degno di questo nome soprattutto dalla giornata di grazia del nostro Ivan Basso. Ieri, chi più o chi meno, sembravano tutti dei modestissimi fratelli Schleck. Vorrà dire qualcosa.

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