Bassolino esce di scena con un rinvio a giudizio

NapoliUn addio peggiore alla sua poltrona di presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, non poteva darlo: ieri mattina, l’ex in tutto (parlamentare, sindaco, ministro del Lavoro, presidente della Regione) è stato rinviato a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare di Napoli, Vincenzo Alabiso, con l’accusa di peculato nell’ambito della vicenda delle cosiddette consulenze d’oro al commissariato straordinario per la gestione dei rifiuti in Campania. Bassolino esce di scena con un’altra tegola giudiziaria sulla testa (attualmente è in corso il processo sui rifiuti), mentre inizia l’Era di Stefano Caldoro e del centrodestra a Palazzo Santa Lucia. Caldoro ha stravinto contro il sindaco di Salerno, Enzo De Luca (più undici sul suo avversario) che non ha esitato ad attribuire le ragioni della sconfitta, al «giudizio negativo dell’esperienza di governo della Regione Campania».
E Caldoro, proprio alludendo ai problemi giudiziari altrui, Bassolino, ma non solo (ne ha anche De Luca), si è ironicamente chiesto, conversando con i cronisti, che cosa sarebbe accaduto se si fosse presentato alle elezioni con qualche informazione di garanzia nel curriculum. «Mi avrebbero attaccato tutti i giorni sulle prime pagine dei giornali nazionali. Invece, nessuno ha parlato».
Caldoro si è poi espresso con tre parole su un delicato argomento, già oggetto di polemica in campagna elettorale: Roberto Conte, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Ex esponente dei Verdi, eletto con la Margherita consigliere regionale nel 2000 e poi passato al Pd, fino alla procedura di decadenza seguita alla condanna, Conte è stato rieletto nella lista «Alleanza di popolo» (sostenitrice del centrodestra) con ben 9.114 preferenze.

«Rispetteremo la legge», ha spiegato Caldoro che in campagna elettorale aveva annunciato di non ambire ai voti del presunto camorrista. Su Conte, in sostanza, pende una questione di ineleggibilità provocata dalla condanna per camorra.

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