da Roma
La missione in Libano Unifil deve essere rivista perché non ha evitato il riarmo degli Hezbollah. Il rapporto con larea mediorientale deve essere riequilibrato a favore di Israele. È necessario un riavvicinamento con gli Stati Uniti, anche alla luce del fatto che non esiste più un blocco franco-tedesco di contrapposizione agli Usa.
Il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto, il portavoce di An Andrea Ronchi, il senatore azzurro Gaetano Quagliariello e la neo candidata del Pdl Fiamma Nirenstein, firma del Giornale ed esperta in questioni mediorientali, hanno esposto ieri a Montecitorio le linee della politica estera del Popolo della libertà: inversione di rotta rispetto alla prospettiva le governo Prodi e conferma di alcuni dei capisaldi diplomatici che avevano caratterizzato il governo Berlusconi e la gestione della Farnesina da parte di Gianfranco Fini come ministro degli Esteri.
Le considerazioni sono due: una di carattere tecnico, che riguarda la missione in Libano, laltra più politica, in generale, sulle relazioni internazionali.
«Il deliberato Onu - ha spiegato Cicchitto a proposto delloperazione Unifil, a cui partecipa lItalia - è stato aggirato perché in Libano cè stato il riarmo di Hezbollah. La nostra missione non ha fatto loperazione di disarmo che andava fatta». Hezbollah è riuscito a rifornirsi «di 40mila missili», ha sottolineato Nirenstein.
Modifica della missione Unifil in linea con nuove regole dellOnu ma anche cambio della posizione italiana nellarea mediterranea e mediorientale in generale sono svolte necessarie per il Pdl: lItalia «deve tornare ad essere linterlocutore credibile nellarea del Mediterraneo», ha osservato Ronchi. Con Israele, secondo Nirenstein il ministro DAlema ha sempre mantenuto un rapporto «ambiguo».
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