Basta ambulanze e campane Via alla crociata anti-rumore

I Comuni del Locarnese vogliono limitare sirene dei mezzi di soccorso, rintocchi e voli degli aerei. I turisti scappano: «C’è troppo fracasso»

Elisabetta Pisa

Se non verranno messi al bando, poco ci manca. Sirene di autoambulanze e polizia, rintocchi delle campane e musica che irrompe dalle autoradio sono i nuovi nemici da mettere al tappeto in Ticino. Undici Comuni del Locarnese hanno, difatti, dichiarato guerra al rumore. Il motivo? Mette in fuga i turisti. Lo dimostrano le lettere e le lamentele che fioccano con regolarità. E il leitmotiv è sempre lo stesso: il lago Maggiore non è più un’oasi di tranquillità. Il silenzio viene squarciato da una pluralità di fonti rumorose: dal fragore degli aerei e degli elicotteri al martellamento dei macchinari dei cantieri; dai tosaerba che turbano la calma della domenica mattina alle manifestazioni musicali che stonano con la pace trasmessa da un paesaggio fatto di laghi, incorniciati dalle montagne. Insomma, chi sceglie il Locarnese per trascorrere le vacanze rincorre ritmi e suoni soft e non è disposto a tollerare i decibel di troppo: nemmeno le sirene dei mezzi di soccorso che sfrecciano, disturbando i timpani per non più di qualche secondo. Non solo. Anche i rintocchi delle campane risultano molesti. Integralisti del silenzio? Sarà. Ma gli albergatori, che già devono fare i conti con la crisi, prendono molto sul serio le proteste della clientela.
«Ci accusano di reclamizzare posti tranquilli che in realtà non lo sono – dicono -. Molti giurano di non rimettere più piede in Ticino». E l’Ente turistico del Lago Maggiore non ci ha pensato due volte: ha sollecitato la costituzione di un gruppo di lavoro in seno alla Conferenza dei sindaci del Locarnese, incaricato di mettere a punto un piano anti-rumore. Se tutto filerà liscio, dalla prossima Pasqua, periodo che è un importante banco di prova per la stagione turistica, lungo il Verbano, da Brissago a Gordola, il silenzio dovrà regnare. Saranno ammesse delle «pause di rumore», solo in determinate fasce orarie, strettamente regolate. «Diversi Comuni dispongono già di ordinanze contro i rumori – precisa Luca Pohl, sindaco di Orselina, uno dei componenti del gruppo di lavoro -. Si tratta di armonizzare i regolamenti e di fissare degli orari validi per tutti, ad esempio, per l’utilizzo dei tosaerba e per i voli degli elicotteri per il trasporto di merci e persone».
«Ci sono già delle linee aeree tracciate, dei percorsi obbligati, ma per fare più in fretta i piloti tagliano per la via più breve», denuncia Fabio Bonetti, direttore dell’Ente turistico del lago Maggiore. Un comportamento che non verrà più tollerato. Non solo. Disturba anche l’aeroporto di Locarno-Magadino. Alla direzione dello scalo verrà chiesto di limitare il numero dei voli.
Dai divieti in cielo si passerà poi a quelli sulla terra. «Prenderemo contatto pure con la Croce Verde – dice Pohl -: va bene accendere la sirene per soccorrere i feriti in un incidente, ma per trasportare gli ammalati dall’ospedale alla loro abitazione non è necessario azionare il segnale acustico». Un rimprovero, poi, va anche ai frontalieri italiani. «Quando vanno al lavoro con l’autoradio a tutto volume, si rendono conto che se hanno trovato un impiego in Ticino è anche grazie al turismo?». E allora qual è la soluzione? Multe per chi ascolta la musica in auto come se fosse in discoteca? «Inizialmente distribuiremo dei volantini – afferma il sindaco di Orselina -. Non vogliamo adottare la politica della repressione, ma solo far ragionare la gente. Ma se non otterremo i risultati che ci prefiggiamo, potremmo pensare a delle sanzioni». Anche le parrocchie sono sul banco degli imputati. A puntare l’indice ci sono i turisti, cui danno man forte in questo caso pure i ticinesi. Lo scandire delle ore durante la notte dà fastidio. «Da casa mia sento i rintocchi di 4 campanili, che tra l’altro sono scoordinati tra di loro. Non suonano all’unisono e così le campane risuonano tutte le volte per un quarto d’ora o quasi - dice Bonetti -. La quiete notturna è una necessità: qui non siamo a Rimini. Il 90% dei turisti è rappresentato da svizzero-tedeschi e tedeschi: cenano alle 18.30 e vanno a dormire alle 21.30-22. Non tollerano proprio il rumore». Ma l’elenco dei possibili divieti non finisce qui: alcune manifestazioni non sono gradite. Ad esempio Locarno non vuole concerti di musica punk, né i rally.

«La nostra strategia si basa sul turismo verde – afferma Bonetti -: natura, territorio, paesaggio e wellness. Invece da due anni ci ritroviamo con un rally in casa». Insomma, il Locarnese vuole trasformarsi in una «riserva» a misura di turista svizzero-tedesco.

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