Basta calunniare il generale de Lorenzo

Caro Granzotto, domenica 2 settembre nella trasmissione «Vite straordinarie» dedicata al generale Dalla Chiesa, in onda su Rete 4, volutamente senza alcun motivo è stato vergognosamente offeso mio padre, Gen. Giovanni de Lorenzo, definendolo ambiguo ed incolpandolo di aver ostacolato la carriera del generale Dalla Chiesa. Faccio presente che mio padre lo apprezzava moltissimo tanto da farlo promuovere colonnello in prima valutazione, cosa che accadeva molto raramente. Chiedo se rappresentare come ambiguo un generale che fu servitore leale e fedele delle istituzioni sia compatibile nel contesto di una corretta informazione.

È molto strano che gli autori di «Vite straordinarie» siano incorsi in una inesattezza del genere. Bastava chiedere a Nando Dalla Chiesa, certo al corrente che il generale Giovanni de Lorenzo non ostacolò, ma anzi favorì la carriera del padre. O, ancor più agevole, bastava dare un’occhiata allo stato di servizio. In quanto all’accusa di ambiguità, credo - e son certo che lei condivida questa opinione - che sia un lascito della martellante campagna scandalistica orchestrata dall’Espresso ai danni del suo, di padre, caro de Lorenzo.
Dell’accusa che gli mossero di aver ordito un colpo di Stato. Di essere un golpista.

Sono trascorsi quarant’anni dalla condanna dell’allora direttore del settimanale a diciassette mesi di reclusione per aver diffamato, raccontando balle, il generale de Lorenzo (e i servizi segreti e la polizia e i carabinieri).
Ma il veleno somministrato fa ancora effetto, confermando in ciò l’amara massima di Bacone: calunnia, calunnia audaciter, impudentemente; qualcosa resterà.
Paolo Granzotto

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