Cronaca locale

Basta caos, in Galleria dehors uguali

Ottagono: bar e ristoranti avranno strutture di vetro e alluminio. Si aspetta il via libera della soprintendenza, Nuove regole per l’arredo della città: dal cestino «Milano» solo per il centro ai chioschi uniformi per piazza Duomo. Tra le ipotesi una multa per i condomini che non cancellano i graffiti. Cadeo: «Ma cerchiamo di dare il servizio gratis»

La parola d’ordine è: «Basta caos». Nelle aree pedonali, i chioschi, bar e le bancarelle autorizzate dovranno avere gli arredi uniformi, dai tavolini agli ombrelloni, tende, fioriere, persino posacenere e cestini. Stop al disordine anche nei mercati, dove dimensioni dei banchi, tipo e colore delle tende, esposizione della merce sulle bancarelle dovranno seguire le regole del Comune. È in arrivo un cestino «Milano» per il centro storico (sarà di alluminio), un dehors uniforme per i locali della Galleria (in vetro e alluminio) e un nuovo modello per i chioschi e le edicole di piazza Duomo. Ma nel Piano della qualità urbana che l’assessore all’Arredo Maurizio Cadeo ha scritto e distribuito ai colleghi (intanto perché comincino a tenerlo in considerazione nei progetti in corso, ma dopo che sarà passato in giunta diventerà un vero e proprio regolamento), al capitolo «sanzioni» si introduce anche l’obbligo per i proprietari dei condomini di pulire i muri dalle scritte dei graffiti. Pena: una multa, entità ancora da definire. «Tra le linee guida c’è anche questa opzione, ma andrà valutata tutti insieme - frena l’assessore Cadeo -. In realtà, in un momento di crisi e mentre mancano ancora strumenti normativi adeguati per contrastare il vandalismo, più che sanzionare i condomini dovremmo pensare a trasformare la pulizia dei palazzi in un servizio, esattamente come il lavaggio delle strade». Cita il caso di Parigi, dove gli operatori girano la città a bordo di monopattini, prendono nota dei muri sporcati dai vandali e in meno di una settimana vengono ripuliti. Lì, «spendono circa 5 milioni l’anno per il servizio, anche noi potremmo metterne in conto tre e inserire nel contratto di servizio con Amsa, o con chi vincerà la gara nel 2010, la pulizia gratuita dei muri». Meglio ancora la strada di «un abbonamento sottocosto», anche se le campagne spot lanciate finora da Comune e Amsa non hanno sortito grandi effetti. Dopo il primo «lavaggio» gratuito, i privati sono poco disposti a mantenere il servizio a pagamento. L’altra strada, in cui la capitale francese è ancora l’esempio, «sarebbe quella di introdurre l’obbligo per i condomini di ripulire le facciate ogni dieci-quindici anni, al di là che siano coperte o no di graffiti».
Prima che diventi vera e propria linea guida, da applicare alla lettera, il piano della qualità urbana è quindi sui tavoli degli assessori come un indirizzo, insieme all’Abaco degli arredi, 83 paginette che rappresentano l’inventario di panchine, lampioni, chioschi, masselli, rastrelliere e così via esistenti dentro e fuori la Cerchia dei Navigli. Un documento «che era necessario per rimettere ordine in città e che sarà continuamente aggiornato - precisa Cadeo -. A seconda delle zone, si potrà scegliere il modello più appropriato tra quelli che sono già a disposizione o ne inseriremo man mano di nuovi, come i lampioni di design di corso Sempione».
Il piano tiene in considerazione tutti gli elementi del paesaggio urbano, dall’illuminazione pubblica (quella artistico-scenografica ad esempio «può essere colorata e variabile nel tempo») alle specie di alberi e fiori che possono essere piantati nelle aiuole a seconda della dimensione (la rosa Iceberg va bene in quelle da due metri, ma in quella da 2,5 bisogna scegliere tra Lonicera pileata o Populus Nigra italica). Il documento «promuove l’utilizzo di verde pensile e verticale» e detta le regole anche per il colore di manufatti e attrezzature: verde «muschio» all’interno dei parchi, grigio ferro nelle aree pavimentate del centro storico (parigine, pannelli informativi, strutture di sostegno delle panchine ecc), verde «abete» per i pali della luce e i semafori.

Anche i privati che hanno progetti in corso in città dovranno adeguarsi.

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