Basta una magia di Robben e la Viola smette di sognare

Una girandola di emozioni, una qualificazione europea in bilico fino al termine, una partita che cancella in novanta minuti i veleni di Monaco e dell’arbitraggio sciagurato di Ovrebo. Ai quarti va il Bayern, alla Fiorentina l’applauso di oltre 40mila tifosi per una prova che le consegna l’investitura di squadra degna del più importante palcoscenico continentale. Una notte magica, come quella con Liverpool e Lione, ma che non è sufficiente a restare in corsa nella Champions. Con la Germania sempre più vicina ai nostri club europei nel ranking Uefa, con il rischio-sorpasso già nel 2011.
La tentazione più forte è ripensare a quel gol in fuorigioco spaziale di Klose a Monaco che di fatto ha deciso il passaggio ai quarti dei tedeschi. Razionalmente, deve rimanere impressa nella mente la prestazione sontuosa della Fiorentina nel return match. Che non regala la qualificazione, ma che cancella per una sera i continui balbettamenti di un campionato stranamente anonimo. Non basta la rete dell’ormai rigenerato Vargas, la doppietta di Jovetic versione Liverpool, gli assist di Gilardino (che può mangiarsi le mani per aver sprecato un’occasionissima sotto porta, e non è stato l’unico errore) o ancora i soliti guantoni miracolosi di Frey, semplicemente fantastico nel primo tempo. Spinta da uno stadio che regala scenografie speciali e che controlla con più occhi di una moviola supertecnologica l’arbitro spagnolo Undiano Mallenco (lo stesso di Fiorentina-Bayern di 16 mesi fa), la squadra di Prandelli fa tutto il possibile per riportare i quarti a Firenze dopo 40 anni.
Ma a Van Gaal, che non ha certo un Bayern stellare soprattutto in difesa, bastano le giocate delle sue punte di diamante. Ed è la stoccata di Robben, già decisivo all’andata, a far crollare le speranze viola di una qualificazione assaporata per lunghi minuti della partita. La sua esecuzione, frutto di un’azione gioiello, rende vano il bis di Jovetic appena 80 secondi più tardi. Il tecnico del Bayern si conferma la «bestia nera» dei club italiani in Europa, ma è il primo di una squadra tedesca a perdere dalla Fiorentina dopo 35 anni.
La sfida per i viola è una sorta di linea di confine tra una stagione sottotraccia e l’approdo nella storia del club. Prandelli sceglie l’assetto consueto con Felipe confermato esterno sinistro in difesa. I tedeschi recuperano in extremis Ribery anche se lamentano diversi assenze per infortunio. Gara dominata dalla tattica e soprattutto dal vento gelido che rende il Franchi una specie di frigo. L’approccio della Fiorentina sembra quello giusto: squadra corta, che chiude quasi tutti gli spazi, grande concentrazione e nessuna frenesia nel cercare il gol che potrebbe far girare la partita. Il Bayern fa spesso girare il pallone cercando l’affondo pericoloso di Robben e Ribery, ma fa tanto possesso palla grazie al lavoro dei due centrali di centrocampo Van Bommel e Schweinsteiger.
Nell’unica occasione creata, i viola passano in vantaggio: Marchionni prova i riflessi di Butt dalla distanza, ma l’intervento del portiere tedesco è goffo, sulla ribattuta Vargas anticipa Van Buyten e fa esplodere gli oltre 40mila sulle tribune. Quando si dice il destino: l’avventura in viola del peruviano sembrava al capolinea nella serata in cui la Fiorentina (era il 21 ottobre 2008) subì una pesante lezione dal Bayern e lui risultò il peggiore in campo. Più di cinquecento giorni dopo, non solo è uno dei punti fermi dei gigliati double face, ma il suo tap in sotto porta rende intrigante la fredda serata fiorentina.
Il gol di Vargas è solo il primo acuto di un’altalena entusiasmante, Frey è miracoloso su Robben che già stava per esultare. Dopo aver ricaricato le batterie nell’intervallo, la Fiorentina rientra in campo con il chiaro intento di chiudere il discorso qualificazione. Gilardino si emoziona a due passi da Butt pensando forse ai Batistuta e Mutu europei a un solo gol di distanza, ma poi fornisce un assist da applausi a Jovetic che ritrova lo smalto della serata con il Liverpool. Peccato che Van Bommel trovi l’angolino dal limite, confermando la vena realizzativa del Bayern e la cronica attitudine viola a subire reti (18 partite ufficiali consecutive senza tenere la porta inviolata). Jovetic riporta avanti la Fiorentina, ancora su assist di Gilardino ma Robben dimostra la sua classe con una giocata che sigla il 3-2.

Bayern cinico e qualificato, viola generosi ma eliminati. Finisce con il pubblico viola che urla «Ladri, ladri» e intona cori contro Platini ripensando a quanto successe all’andata, la squadra di Prandelli esce tra gli applausi dopo aver dato il massimo.

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