«Basta con odio e schieramenti ideologici Ecco come voglio trasformare l’Italia»

Signor Presidente,
signori deputati,
oggi il governo che ho l’onore di presiedere si rivolge al Parlamento, che è il luogo in cui la sovranità popolare trova la sua più alta espressione ed il suo più alto esercizio (...). Tra Parlamento e governo non vi può mai essere contrapposizione, ma vi deve essere un’armonica simbiosi. Nel maggio di due anni fa, nel chiedervi il voto per la fiducia al nuovo governo, affermai che il lavoro che ci aspettava per ridare slancio all’Italia richiedeva ottimismo e determinazione. Avevo visto bene.
L’allora leader del Pd, onorevole Veltroni, citò una riflessione di uno dei padri costituenti, Piero Calamandrei, che personalmente condivido: «Il regime parlamentare non è quello dove la maggioranza ha sempre ragione, ma quello dove sempre hanno diritto di essere discusse le ragioni della minoranza. Quest’ultima, a sua volta, deve avere rispetto per la legittimità elettorale della maggioranza e la legittimità costituzionale del governo» (...).
Dovremmo lasciarci definitivamente alle spalle i residui di una Guerra Fredda che ancora oggi divide troppo spesso il Paese in schieramenti ideologici e non in legittime contrapposizioni democratiche. L’Italia, unico Paese d’Occidente, sembra rimanere vittima di un passato che non passa (...). In giro vedo, e sento, ancora troppo odio, e la storia – anche quella recente - ci ha insegnato che spesso l’odio ha armato la mano dell’eversione. E poiché i segnali di intolleranza politica si sono moltiplicati negli ultimi mesi, tutti dovremmo esserne consapevoli e preoccupati (...).
Ho apprezzato lo spirito unitario con cui questo Parlamento ha dato sempre unanime sostegno ai militari impegnati nelle missioni all’estero, che sono il fiore dell’Italia migliore. Sento il dovere di rivolgere un commosso saluto al tenente Alessandro Romani, la trentesima vittima italiana in Afghanistan, dove i nostri soldati stanno tenendo alta con eroismo e con grande professionalità la nostra bandiera (...).
I RISULTATI DEL GOVERNO
Credo si debba oggettivamente formulare un giudizio largamente positivo su ciò che il governo ha realizzato nel corso di questi primi due anni, a cominciare dai risultati ottenuti sul fronte della crisi economica. (...) Il governo ha il merito di non aver compiuto l’errore, che molti governi invece hanno commesso in Europa, di aumentare in deficit la spesa pubblica, nell’illusione che l’aumento della domanda avrebbe fatto ripartire l’economia. L’Italia aveva bisogno di rigore e credibilità. Lo abbiamo fatto tenendo in ordine i conti pubblici e nello stesso tempo salvaguardando i redditi delle famiglie. È stata la scelta giusta (...).
Il governo ha ottenuto risultati positivi anche in altri ambiti: dalla lotta alla criminalità organizzata, al controllo dell’immigrazione clandestina, dalla risposta immediata ed efficace ad ogni emergenza, alla gestione di tante crisi aziendali, dalla riforma della pubblica amministrazione e della sua digitalizzazione a quella della scuola e dell’università, dal varo di un piano per l’energia nucleare all’avvio del federalismo, dalla riforma delle politiche di bilancio alla tanto attesa riforma delle public utilities, dalla semplificazione normativa e amministrativa alla riforma delle pensioni e all’abolizione dell’Ici sulla prima casa. Per quanto riguarda la politica estera possiamo dire con orgoglio che l’Italia finalmente svolge un ruolo da protagonista sulla scena internazionale (...). Innanzi alle Nazioni Unite l’Italia si è qualificata per una decisa azione per la difesa della vita, della libertà religiosa e di coscienza e la difesa dei diritti delle donne come diritti fondamentali tra i diritti umani.
FEDERALISMO
Il federalismo fiscale (...) non prevede la benché minima ipotesi di divaricazione tra Nord e Sud d’Italia. È vero semmai il contrario, perché il federalismo rigoroso e solidale, a regime, sarà la cerniera unificante del Paese, e un vantaggio per tutte le aree dell’Italia, soprattutto per il Mezzogiorno (...).
Ovunque il federalismo sia stato attuato a beneficiarne sono state maggiormente le aree che erano meno sviluppate. Lo stesso avverrà in Italia. Attuare il federalismo significa dunque rafforzare lo Stato. Uno Stato federale è infatti più forte di uno Stato centralizzato, perché non dovendo svolgere tutte quelle funzioni che spettano alle entità federate, questo Stato è maggiormente in grado di assicurare le sue funzioni essenziali, come ad esempio la politica estera, la difesa, la giustizia, l’istruzione e la ricerca, le grandi reti infrastrutturali. Gli esempi degli Stati Uniti d’America e della Germania sono lì a dimostrarlo chiaramente (...).
RIFORMA FISCALE
L’obiettivo della maggioranza è ridurre la pressione fiscale e disboscare la grande giungla di un sistema fiscale che è praticamente rimasto invariato fin dalla riforma dei primi anni Settanta. Il governo intende pervenire entro la legislatura al varo di norme che consentano una graduale riduzione della tassazione su famiglie, lavoro, ricerca. Resta fondamentale l’obiettivo del quoziente familiare, con una revisione delle imposte locali e delle tariffe a favore dei redditi familiari, anche con un sostegno diretto alla libertà di educazione.
Per le imprese si è già cominciato a ridurre il carico dell’Irap, attraverso la manovra economica e le misure per lo sviluppo nelle Regioni del Sud. In determinati casi, le nuove iniziative imprenditoriali si vedranno ridurre a zero l’Irap. È un’ipotesi importante di fiscalità di vantaggio. (...) La riforma fiscale sarà dunque la chiave strategica per la crescita del Paese.
GIUSTIZIA
La riforma della giustizia è una priorità per il Paese, e il governo rivendica i risultati già ottenuti, come la normativa e il codice antimafia, l’introduzione del reato di stalking, la riforma del processo civile e la digitalizzazione del sistema giustizia (...). Il nostro intendimento è quello di attuare una riforma complessiva della giustizia, sia civile che penale, con l’obiettivo di rendere più efficiente il servizio ai cittadini ed effettivo l’articolo 111 della Costituzione, affinché nel processo sia assicurata la parità tra accusa e difesa (...).
Occorrerà intervenire sulla struttura del Csm con una riforma costituzionale che preveda due organismi separati, uno per i magistrati inquirenti e uno per i magistrati giudicanti, con il conseguente rafforzamento della separazione delle carriere. Occorrerà rafforzare, a maggior tutela dei cittadini, anche la normativa sulla responsabilità dei magistrati che sbagliano.
È all’esame del Parlamento la legge a tutela delle alte cariche dello Stato (...). La giustizia è un pilastro fondamentale dello Stato di diritto, l’uso politico della giustizia è stato invece e continua ad essere un elemento di squilibrio tra ordini e poteri dello Stato (...).
Vi è poi il tema della ragionevole durata dei processi, che per la loro lentezza rappresentano una delle piaghe della giustizia italiana, sofferta da tanti cittadini. I nove milioni di processi pendenti per cui l’Italia è il Paese più condannato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo sono un macigno che dovremmo tutti voler rimuovere.
SICUREZZA
Con il pacchetto sicurezza il governo italiano si è dotato della normativa antimafia più efficace al mondo. In due anni e quattro mesi sono stati sequestrati alle organizzazioni criminali beni mobili ed immobili per un valore complessivo superiore ai 16 miliardi di euro. Le confische hanno già raggiunto un valore di 3 miliardi. E questo è stato possibile per le norme varate in questa legislatura. Gli arresti di presunti mafiosi, attraverso più di 600 azioni delle forze dell’ordine, sono stati ad oggi 6.580, tra cui 27 dei 30 latitanti ritenuti più pericolosi (...). Tra le misure che hanno consentito una svolta cruciale nel contrasto al fenomeno mafioso, spiccano: l’inasprimento del carcere duro del 41 bis; il reato di associazione mafiosa che è stato esteso anche alle organizzazioni criminali straniere; l’aumento di 30 milioni di euro del Fondo per le vittime dei mafiosi; il divieto di partecipazione alle gare per gli appalti pubblici per gli imprenditori che non denunciano le estorsioni.
(...) Anche sul fronte dell’immigrazione clandestina questo governo ha ottenuto grazie alla politica dei respingimenti e degli accordi internazionali, un grande risultato. Abbiamo ridotto dell’88 per cento gli sbarchi di clandestini che sono passati dai 29mila del 2008-2009 ai 3.500 dell’ultimo anno.
MEZZOGIORNO
Il Sud ha bisogno di regole, di rispetto delle regole e di un’adeguata dotazione di infrastrutture materiali e immateriali (...). Nei prossimi tre anni saranno investite nel Mezzogiorno risorse per circa 21 miliardi di euro (pari al 40% degli investimenti complessivi in tutt’Italia), raggiungendo nel 2013 alcuni risultati importanti come ad esempio: il completamento dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria; il sostanziale avanzamento di opere quali l’autostrada Telesìna; l’asse autostradale Ragusa – Catania; la superstrada Ionica 106 e il raddoppio della superstrada Agrigento-Caltanissetta; le statali Olbia – Sassari e Carlo Felice; la rete metropolitana campana. Entro dicembre sarà pronto il progetto esecutivo del ponte sullo Stretto di Messina che si inserisce nella realizzazione del corridoio Berlino-Palermo (...). Oltre alla fiscalità di vantaggio per il Sud, abbiamo avviato delle serie misure di lotta contro il lavoro irregolare, per favorire l’occupazione dei giovani, soprattutto nelle Regioni meridionali.
CONCLUSIONI POLITICHE
Onorevoli colleghi, ho anticipato che non intendo ignorare le questioni politiche che gravano sul governo e sul futuro del nostro Paese. Siamo convinti che il nostro governo in questi due difficili anni abbia lavorato sodo con risultati positivi. Perché allora – è inevitabile porsi questa domanda -, nonostante questi risultati, sono sorte all’interno della maggioranza distinzioni e divergenze, che hanno condotto alcuni parlamentari del Pdl a formare un nuovo gruppo parlamentare? Ho sempre sostenuto che, ferma restando l’intangibilità del programma di governo sottoscritto con gli elettori, tutto il resto si può dibattere e migliorare (...). La mia stessa indole personale è sempre stata aperta alla ricerca di soluzioni più avanzate e migliori attraverso il confronto e l’apporto di contributi diversi. È indubbio che negli scorsi mesi la dialettica interna alla maggioranza ha molte volte superato i limiti fisiologici del confronto. Si è assistito a critiche aprioristiche al governo ed a chi ha avuto dal popolo il mandato a guidarlo.
(...) Chi si è candidato ed è stato eletto con il Popolo della Libertà si è impegnato quindi davanti agli italiani a perseguire l’unità, e non le divisioni. Per queste ragioni, per il fatto che il popolo italiano dalle scorse elezioni ad oggi ha sempre dimostrato e continua a dimostrare la sua fiducia nella maggioranza parlamentare e nel governo che ha scelto, io ritengo che i passi indietro determinati dalle vicende di questi ultimi mesi, non abbiano per nulla intaccato la validità di questo progetto, che è essenziale per il bene del nostro Paese.
(...

) Questa legislatura deve continuare ad essere la legislatura delle riforme, compresa la riforma istituzionale, per la quale esiste una larga convergenza su alcuni punti essenziali: il rafforzamento dei poteri dell’esecutivo, il superamento del bicameralismo perfetto, la diminuzione del numero dei parlamentari, la riforma dei regolamenti delle Camere.

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