Basta pirateria? Giusto. Ma provate a ridurre il prezzo dei biglietti...

Caro Direttore,
per una volta, ti chiedo ospitalità nello spazio dedicato alla lettera centrale. Ho letto, in questi giorni, gli articoli di Michele Anselmi e Carlo Verdone che condannano, come è giusto che sia, chi guarda o scarica film gratuitamente da internet. Mi ha colpito, in particolare, la denuncia dei produttori che si lamentano di vedersi sottrarre qualcosa come 250 milioni l'anno di incassi. Tutto vero, ma vogliamo andare oltre e trovare una soluzione? Siamo sicuri che minacciare chi scarica sia l'unico modo per fermare la pirateria? Io credo di no. Ho il piacere di poter scrivere di cinema sul nostro quotidiano e lo faccio da anni evitando le anteprime, quelle riservate ai critici, preferendo, invece, la visione in sala, con gli spettatori. In questo modo ho il privilegio di ascoltare i loro umori e, in qualche modo, tradurli negli articoli. Ebbene, sai qual è la lamentela più comune di chi paga il biglietto? Il costo dello stesso. Ti pare possibile che una famiglia tipo (padre, madre e due figli), per andare a vedere il cartoon Mostri contro Alieni in 3D debba spendere 40 euro? O che per un film, in genere, si debbano spendere 8 euro a persona? Non parliamo di noleggiare film nelle grandi catene (il prezzo si aggira, salvo qualche lodevole eccezione, mediamente tra i 4 e i 5 euro) o comprare un dvd (in genere, dai 14 euro in su). E poi ci meravigliamo perché i giovani (che sono i più grandi fruitori di cinema) scaricano i film? Non sarebbe più logico portare avanti una politica di contenimento del costo dei biglietti, dei noleggi, dei dvd, in modo da incentivare chi scarica a tornare in sala? Io sono convinto che se si dimezzasse il prezzo a 4 euro (come avviene, del resto, in alcuni giorni) molti «pirati» non correrebbero più il rischio del download, preferendo il piacere di godersi un bel film in sala. La recente Festa del Cinema a Milano (per due giorni, in molti cinema, si pagava solo 2 euro per film in prima visione) è stato un grande successo con code lunghe ai botteghini. Non potremmo riprovarci, per almeno una settimana, a livello nazionale, per vedere la reazione del pubblico? E se pensassimo di far scaricare fiscalmente i biglietti cinematografici? Sarò un illuso o un idealista ma sono sicuro che con queste soluzioni il fenomeno della pirateria calerebbe in maniera drastica salvaguardando posti di lavoro e, non dimentichiamolo, le emozioni uniche che la settima arte riesce ancora a regalarci.

Caro Maurizio, in effetti ti vedevo un po’ malmostoso da un paio di giorni. Pensavo ti fosse andata di traverso la colomba pasquale. Invece ti era andato di traverso un articolo del «Giornale». Meglio così: è più facile da digerire. Capisco la tua osservazione e la condivido: forse la riduzione del prezzo non basterebbe, da sola, a sconfiggere la pirateria. Però se non altro le toglierebbe ogni giustificazione. E, comunque, sarebbe una cosa giusta a prescindere, anche se la pirateria rimanesse invariata. Ma già che siamo sull’argomento, caro Maurizio, lascia che mi tolga anch’io un piccolo rospetto dalla gola. Per portare più gente al cinema i prezzi bassi sono importanti. Ma non bastano. Ci vogliono molte altre cose.

E, per quanto ci riguarda, forse sarebbe importante se imparassimo a raccontare e a valutare il cinema in modo diverso. Per esempio frequentando un po’ meno le mostre, le prime, le passerelle, le interviste concordate. E po’ più le sale con le famiglie e i popcorn. Proprio come fai tu.

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