Galeotto fu lorsacchiotto. I venditori sauditi rischiano grosso e lo sanno. Alcuni, acciuffati a vendere sottobanco il rosso peluche del peccato con limprofferibile «I love you» hanno già chiuso baracca per traslocare nelle celle di stato. Altri li raggiungeranno. È la dura legge dellamore in Arabia Saudita il paese del rigore wahabita, dove petrolio e Corano regnano sovrani e le due uniche celebrazioni concesse sono quelle del Sacro libro. Esaurite le feste del sacrificio (Eid al-Adha) e quelle di fine Ramadan (Eid al-Fitr) resta solo la clandestinità. Feste silenziose con omertosi ritrovi per i compleanni. Sguardi complici e silenziosi per i festeggiamenti di fine corso. Regali carbonai e cene catacombali per il 14 febbraio, la data demoniaca superata, per sacrilega empietà, solo dal Santo Natale. I giornali da settimane non fanno che ristampare censure e scomuniche riservate all"Eid al-hob" la festa dellamore. A scuola i prof rilanciano i precetti dellultra conservatore clero di stato, rammentando alle femminucce di lasciar in armadio i vestiti rosso acceso e raccomandando ai maschietti di tenersi alla larga dalle feste abusive.
Dunque via gli orsetti, al bando il color rosso peccato, al rogo qualsiasi regalo capace di celebrare inammissibili smancerie tra peccaminose coppie non sposate. E per chi sgarra mano, anzi frusta libera ai gendarmi della «polizia per la prevenzione del vizio e la difesa della virtù». La preda preferita, il simbolo del male da estirpare ad ogni costo, son quelle terribili manette rosse a forma di cuore legate da una catena su cui mano sataniche han scritto «Take me Im yours», prendimi sono tuo. Arrivano dal mondo del peccato, giran da mesi e son più proibite del vino e del Vangelo. «Un mio amico le aveva e laltra notte se lo son portato via» sussurra un venditore dorsetti con il tono di un pusher di strada.
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