Piero Sardo, presidente della fondazione Slowfood per la biodiversità, accoglie la notizia con soddisfazione, anche se lui per primo dovrà da oggi fare una rinuncia in più. «Sono golosissimo di foie gras, ma pazienza, sono disposto a farne a meno se questo serve per evitare delle atroci sofferenze agli animali».
Sono in arrivo altre battaglie per bandire cibi proibiti?
«Cè da fare una distinzione tra animali a rischio di estinzione, come il tonno, che se continuiamo a consumare a questi ritmi scomparirà del tutto in pochi anni e quelli invece che sono sottoposti a sofferenze inutili. E in questultimo caso, il foie gras è emblematico. Per capire quello che dico basta che ognuno di noi si faccia questa semplice domanda: chi avrebbe il coraggio di uccidere un capretto o un agnellino con le proprie mani? Io personalmente no. Cè un discorso di sensibilità individuale che non può essere sottovalutato. In Occidente cè un fortissimo fenomeno culturale di pietà nei confronti degli animali e non possiamo certamente far finta di niente».
Cosa suggerisce di fare?
«Noi come Slowfood abbiamo 200 presidi in Italia e 100 allestero che si occupano, attraverso controlli e progetti di intervento diretto, di salvaguardare il rispetto per il mondo animale».
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