Vacanze italiane, il rigore è d’obbligo. Vietato, innanzitutto, danneggiare i cartelli di divieto. Lo precisano in Alto Adige, e il turista ha poco da ridere: se trasgredisce paga, da 77 a 428 euro. Va rispettato il cartello, e anche il divieto, per quanto fantasioso. La creatività della burocrazia comunale si sfoga dalle Dolomiti alla Sicilia, dalla Val d’Aosta a Capri. Colpisce gli italiani in ferie, rimettendoli in riga con multe fino a tremila euro. La mappa dell’estate proibita l’ha tracciata ieri Il Sole 24 ore.
BON TON
C’è la guerra dei costumi, cioè a boxer e bikini indossati fuori dalla spiaggia: la prima paladina del bon ton è stata Alassio, seguita nelle ultime estati dalle località della Costiera e da Capri, Taormina, Forte dei Marmi, Venezia, Diano Marina e Riccione. Chi gira senza pareo o senza maglietta sborsa dai 25 ai mille euro. I venditori ambulanti rischiano fino a 1.500 euro di multa se mettono piede in spiaggia. Qualcuno si è già attrezzato coi cataloghi dei falsi.
RIGORE CAPRESE
Nelle viuzze di Capri regna il silenzio estivo grazie al divieto di circolare con gli zoccoli, troppo rumorosi per i turisti vip dell’isola. Proibito anche sedersi sulle scale nella piazzetta (il riposo rubato vale cinquanta euro), off limits anche solo pensare di pranzare per strada o in spiaggia. Il pasto è lecito solo ai tavolini di un bar o di un ristorante: altrimenti, dieta.
Quest’ultima ordinanza è in vigore anche a Positano, Ravello, Firenze e Venezia, dove il turista troppo goloso rischia fino a cinquecento euro di multa. Che poi, passi per chi addenta un panino sotto l’ombrellone, ma qualcuno esagera. C’è chi considera la cabina come la piazzola del campeggio, e ci si infila a cucinare un pranzetto per tutta la famiglia. Così a Mondello, il lido di Palermo, si sono inventati una sanzione apposta, che poi è stata accolta negli altri stabilimenti balneari d’Italia: da cento a mille euro di multa per gli chef da cabina.
SPORTIVI
I più a rischio sono gli amanti dello sport: al mare palla e racchettoni sono una lunga tradizione ormai minacciata dai divieti, con multe salatissime da mille a tremila euro. Chi non resiste immobile sulla sdraio come una lucertola per pomeriggi interi non può neanche fare un tuffo, né nell’acqua (si può solo nelle «aree consentite», altrimenti l’acrobazia costa da cento a mille euro), né nel passato, all’epoca in cui si costruivano piste e castelli di sabbia, o si scavavano buche in cui nascondere i piedi. I giochi - dicono ad Eraclea, provincia di Venezia - «ostruiscono il passaggio» sulla spiaggia. Perciò multa: da 25 a 250 euro. E chi prova a fuggire da lidi pieni di ostacoli e vuole divertirsi, magari, a girare su uno skateboard, se lo scordi: a Viareggio è vietato, come è proibito appoggiare i piedi sulle panchine, ma solo in luglio e agosto. Nella vicina Forte dei Marmi sono proibiti i massaggi sulla spiaggia (multa da duemila a diecimila euro, un record) e, da quest’anno, anche i patiti del verde devono stare attenti: vietato tagliare l’erba del giardino nei pomeriggi di sabato e domenica, altrimenti si sborsano 500 euro per il disturbo agli altri villeggianti della Versilia.
ANIMALI E NATURA
In Sardegna, a Is Aruttas, provincia di Oristano, sono severissimi con chi raccoglie la preziosa sabbia di quarzo bianca e rosa come souvenir e anche con chi si accende una sigaretta in spiaggia (360 euro di multa), mentre a Eraclea è proibito trafugare conchiglie. La piazzetta di Sirolo, nel Conero, è riservata solo agli umani: i cani, anche se al guinzaglio, non possono passeggiare, pena una multa di 154 euro. In tutte le altre località di vacanza della penisola gli animali non possono entrare in spiaggia e i cani vanno tenuti al guinzaglio durante l’estate.
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