Pamela DellOrto
da Milano
Il lusso è un lavoro. Proprio così. Comprare una Ferrari coupé, o uno yacht di quaranta metri, (per chi può) è un attimo. Poi però, questi oggetti del desiderio, bisogna «mantenerli». E di solito (anche a chi ha soldi da buttare) manca il tempo. Senza contare che la Porsche turbo o il jet privato perdono di valore a vista docchio. Allora non sarebbe molto meglio usufruire di oggetti da nababbo senza possederli? La sensazione che il lusso sia faticoso è nellaria da tempo: perché non rendere la vita più semplice? Un club aperto da poco a Milano, il «Circle Club» (02. 66703844, o www.circleclub.it), si occupa proprio di mettere a disposizione dei soci i beni di lusso nel momento in cui preferiscono. Il circolo, neanche a dirlo, è blindatissimo e super-esclusivo. Fondato dallimprenditore milanese di origini svizzere Riccardo Schmid - per intenderci quello che a fine anni Ottanta ha portato in Italia i Pony Express, e lo stesso manager che poi, a fine Novanta ha fondato il sito di viaggi travelonline -, è stato battezzato da una ventina di giorni e conta, per ora, solo dieci soci. Uomini daffari (nomi importanti, alta finanza milanese) dai 30 ai 50 anni con la passione per la velocità, molti soldi e poco tempo a disposizione.
E se per ora il circolo è una prerogativa del genere maschile, presto le sue porte saranno spalancate anche al gentil sesso. Domani dunque potrebbe accedere al club anche una signora con gli stessi identici requisiti degli attuali soci, ma con la passione ad esempio per i gioielli depoca. Già dal prossimo anno «Circle» metterà a disposizione una collezione molto importante di gioielli preziosi. Ma Schmid va oltre e svela in assoluta anteprima il progetto più importante: «Abbiamo già un contatto con unimportante famiglia europea che ci vorrebbe mettere a disposizione la sua collezione di opere darte». Si parla di più di duemila tele. Nome come Modigliani, De Chirico, Picasso, Monet. Qui, è ovvio, non vale il discorso della svalutazione del bene. Ne vale un altro: far conoscere larte e dare a tutti (i soci del club) la possibilità di avere in casa per un periodo un capolavoro della storia dellarte.
La teoria del signor Schmid, insomma, è semplice: «Possedere unauto o una barca di lusso non ha più senso. Meglio poterle utilizzare quando si ha voglia. A meno che uno non sia un collezionista».
Il meccanismo del «Circle Club» è altrettanto semplice: uno chiama, si fa conoscere e se supera la selezione («come tutti i club i soci devono avere dei requisiti e abbiamo il numero chiuso»), diventa membro. Una volta socio, paga 20mila euro e ottiene una tessera che contiene mille punti. Ogni bene vale un tot di punti e ogni volta che il socio vuole usufruire di quel bene i punti vengono scalati dalla card (tenendo conto che, per esempio, una Bentley presa per un mercoledì dinverno vale meno della stessa auto presa per un intero weekend dagosto).
Poi però, uno vuole di più. E dato che i soci per ora sono pochi e condividono le stesse sensazioni e passioni, un domani potrebbero pensare di mettere a disposizione le loro «seconde» case e scambiarsele. Ma non solo. Ma il «Circle», da vero club esclusivo offre più dei semplici beni - in garage, sedici auto da sogno dai 100mila ai 150mila euro ciascuna, due gommoni extra luxe e contatti con compagnie di private jet di charter ad altissimo livello per gli yacht. Le iniziative già in agenda sono molte, a partire da settembre, quando gli amanti delle macchine ad alta cilindrata potranno provarle con piloti professionisti direttamente su pista (a partire da Monza).
Il club poi conta già di espandersi in altre cinque città italiane (Roma, Torino, Bologna, Padova e Brescia) per approdare in Francia, Germania e Austria. Dove questo, al contrario dei Paesi anglosassoni, la gente non ha ancora capito che il lusso si usa, non si possiede più.