La domanda per la sanatoria di colf e badanti extracomunitari irregolari può essere presentata esclusivamente da un datore di lavoro: italiano, cittadino comunitario presente in Italia, oppure extracomunitario con regolare permesso di soggiorno a tempo indeterminato. Ma la regolarizzazione vale anche per enti e associazioni che hanno un fine esclusivamente assistenziale. Infatti, possono presentare domanda di sanatoria anche conventi, seminari, caserme, orfanotrofi e ricoveri per anziani, case famiglia per handicappati, quelle per il recupero di tossicodipendenze, le convivenze di sacerdoti anziani. Non possono invece sistemare gli irregolari gli alberghi, le pensioni, le cliniche private, i collegi anche se non hanno fine di lucro, perché la convivenza non è fine a se stessa ma un mezzo per conseguire finalità educative.
Ma quale lavoratore può riemergere dalla clandestinità? Ovviamente non tutti i rapporti di lavoro sono contemplati dalla legge. La sanatoria è molto restrittiva e riguarda soltanto le cosiddette badanti, ovvero, come dice la legge, «tutti i lavoratori adibiti ad attività di assistenza per il suo datore di lavoro o per componenti della sua famiglia affetti da patologie o handicap che ne limitano lautosufficienza». La seconda categoria ammessa alla riemersione, è quella delle colf, ossia le persone addette al lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare compreso giardinieri e personale addetto alla cucina, autisti personali. Per colf e badanti, però, esiste un vincolo di occupazione. Infatti, la sanatoria è ammissibile solo se i lavoratori sono occupati irregolarmente da almeno tre mesi alla data del 30 giugno 2009 e ancora occupati alla data di presentazione della denuncia di emersione. Questo significa che lirregolare rapporto di lavoro doveva essere già in atto al 1° aprile 2009. Tutti quei rapporti di lavoro in nero successivi a questa data non possono essere sanati.
La regolarizzazione può essere fatta anche dai datori di lavoro che, nel 2007 e nel 2008 avevano utilizzato la Bossi-Fini per chiedere larrivo in Italia di un collaboratore domestico extracomunitario senza permesso di soggiorno. Il motivo dellestensione della sanatoria è semplice: in passato cè stato un aggiramento della legge Bossi-Fini sistematico. Gli extracomunitari erano già stanziali in Italia, ma i loro datori di lavoro, per poterli regolarizzare, li dovevano spedire a casa loro, magari pagando il biglietto aereo, per poi farli rientrare dopo la sanatoria. Insomma uscivano dalla porta secondaria per rientrare da quella principale. Correndo un grande pericolo. Da una parte, il dipendente irregolare rischiava lespulsione immediata se scoperto, dallaltra, il datore di lavoro correva il rischio di essere accusato di favoreggiamento allimmigrazione clandestina. Dunque, per chi ha fatto domanda sulla base del decreto flussi, diventa meno costoso e sicuro da un punto di vista giuridico, scegliere la nuova strada, quella dellemersione dei lavoratori domestici irregolari.
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