Cronaca locale

«Batosta storica a sinistra e adesso tocca a Penati»

I vertici del Polo: «Ora puntiamo su Palazzo Isimbardi». Formigoni: «Non si governa contro il Nord»

«Batosta  storica a sinistra e adesso tocca a Penati»

«E adesso si prepari Penati». Avvertimento firmato da Maria Stella Gelmini, che suggerisce all’inquilino di Palazzo Isimbardi di cominciare a fare armi e bagagli. Consiglio che il coordinatore regionale di Forza Italia mette nero su bianco come il voto espresso dai 115mila elettori chiamati alle urne, che hanno deciso di mandare a casa la sinistra.
«Il centrodestra conquista non solo Abbiategrasso ma espugna due santuari storici della sinistra come San Donato e Garbagnate. Il dato di queste due tornate elettorali è chiaro a tutti: la Provincia di Milano ha abbandonato la sinistra anche laddove governava da decenni. Il presidente Penati si prepari, dunque: la Cdl si riprenderà Palazzo Isimbardi, dove la sinistra è ormai minoranza». Minoranza, aggiunge Gelmini, «litigiosa e incapace di rispondere ai bisogni dei cittadini, ad esempio sul fronte delle infrastrutture». Inutile però attendersi un gesto di onorabilità rispetto alla volontà politica espressa dagli elettori che, tra l’altro, hanno assegnato il 51,5 per cento a Garbagnate (sindaco Leonardo Marone), il 61,1 a Abbiategrasso (Roberto Albetti) e il 53,4 a San Donato (Mario Dompè). Risultati che ingigantiscono il problema per Prodi, sostiene Roberto Formigoni: «Il problema si fa sempre più gigantesco. Non si governa contro il Nord, pena condannare il Paese a un declino irreversibile».
Fotografia che dovrebbe, quindi, spingere la sinistra a decidersi «o è in grado di cambiare seccamente politica o ne tragga le conseguenze e compia un gesto di responsabilità». Che non è certo quell’ammissione siglata da Franco Mirabelli: «Siamo dinnanzi a un risultato negativo che conferma la crisi acuta del rapporto tra il governo di centrosinistra e questa parte del Paese». Riflessione davvero minima sul voto quando, come annota Formigoni, «la Cdl conferma gli alti livelli di consenso raggiunti quindici giorni fa: in Lombardia è addirittura difficile trovare parole per commentare un successo che è grande, uniforme e nettissimo».
Successo in una Regione che «si tinge sempre più di azzurro», dichiara Mario Mantovani: «Risultato eccezionale che vede i candidati della Cdl affermarsi con sicurezza. Un bottino storico con Forza Italia collante per la Cdl e soprattutto capace di intercettare i consensi di moltissimi cittadini lombardi».
«Consensi» che sono lo sfratto a Prodi e al suo governo di un Nord, chiosa Riccardo De Corato, «sempre più in crisi di rigetto contro la sinistra» nonostante «i tardivi mea culpa in tema di sicurezza e fisco di cui si è fatto portavoce, suo malgrado, il ministro Giuliano Amato». Giudizio del vicesindaco di Milano che dà corpo e sostanza a un risultato storico, «l’inesorabile marcia della destra lombarda».
«Ulteriore e grave smottamento della sinistra, che inevitabilmente dovrà portare a un vero e proprio terremoto politico tra le file di quest’armata Brancaleone che da mesi Prodi cerca di far sopravvivere», commenta l’europarlamentare Romano La Russa, presidente della federazione provinciale di An. Applausi al successo che, osserva Davide Boni, «indica come fondamentale sia stato pure l’apporto della Lega in quei Comuni con la voglia di un cambiamento inarrestabile».

Soddisfazione dell’assessore regionale leghista che fa il paio con quella dell’Udc Luigi Baruffi: «La fiducia accordataci ci convince a pretendere dagli alleati maggior rispetto».

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