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Battaglia Un sistema d’allarme europeo contro gli abusi su internet

Un sistema di allarme rapido europeo contro pedofili e molestatori sessuali. È la proposta contenuta nella dichiarazione scritta promossa dall’eurodeputato Udc Tiziano Motti (approvata dall’Europarlamento e da discutere in sede di Commissione a settembre) che l’ha illustrata nella sala del Mappamondo di Montecitorio, insieme al leader del partito Pier Ferdinando Casini e al deputato centrista Roberto Rao.
Il sistema punta a rendere immediatamente tracciabile l’immissione nella rete di materiale pedo pornografico e a far scattare un allarme per la Commissione europea che informa a sua volta gli Stati membri evitando che chi abusa di Internet possa utilizzare il principio di libertà di circolazione negli Stati membri per darsi alla fuga e sottrarsi alle proprie responsabilità. Dopo un iniziale successo (334 firme) della dichiarazione scritta, che è un atto non legislativo di iniziativa parlamentare, un fronte scandinavo di eurodeputati del centrosinistra, denuncia Motti, ha determinato il ritiro di diverse adesioni, che sono scese a 294, per poi risalire gradualmente.
«Non si tratta di censurare Internet - assicura Casini - ma di reprimerne l’uso per scopi nefasti pedo-pornografici».

Tanto più alla luce dei dati che certificano che l’11% dei ragazzi che frequenta le chat ha avuto almeno un contatto con un pedofilo e che il 79% degli adolescenti ha una propria pagina su un social network e il 43% ritiene che scambiare informazioni personali come l’indirizzo di casa sia sicuro. «Troppi giovani e giovanissimi navigano senza la guida dei genitori. E ora di tutelarli in modo adeguato» ha detto Casini.

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