Le battaglie civili del Giornale sulle scrivanie di sindaco e questore

Le battaglie civili del Giornale sulle scrivanie di sindaco e questore

Le battaglie del Giornale «a favore», sempre costruttive, come ricorda spesso il caporedattore Massimiliano Lussana, trovano immediati riscontri in tutti coloro - e sono tanti - che, a livello istituzionale o come semplici cittadini, ne condividono lo spirito e diventano a loro volta gli alfieri, i «tedofori», dell’idea. A dimostrarlo, ancora una volta, sono le iniziative - su rave party e feste no global, di cui abbiamo scritto su queste pagine - assunte nelle ultime ore dai capogruppo in consiglio comunale della Lega, Alessio Piana, e del Gruppo Misto Gianni Bernabò Brea (La Destra), oltre che dal comitato cittadini del Lagaccio. Questi ultimi hanno chiesto e ottenuto, ieri, di incontrare il questore Salvatore Presenti per sollecitare «una ferma iniziativa di tutela della sicurezza - sottolinea Piergiorgio Razeti - contro il dilagare delle feste no global e simili, che si svolgono nel quartiere con l’avallo, della civica amministrazione. Come ha segnalato più volte, anche di recente, il Giornale - insiste Razeti - si tratta a tutti gli effetti di manifestazioni di chiasso e degrado diffuso, che disturbano la quiete pubblica fino a notte inoltrata. I cittadini del Lagaccio, come quelli di tutti gli altri quartieri genovesi - conclude l’esponente del comitato - hanno il diritto e la necessità di riposare. Non si possono tollerare trasgressioni del tipo, fra l’altro, di quella che è stata permessa nei giardini Don Acciai».
Ai periodici rave party a Forte Sperone e allo svolgimento della festa no global «patrocinata dal Comune e dal Gabinetto del sindaco» si rifà anche Piana, che ha presentato una interrogazione a risposta immediata da discutere nella prossima seduta di consiglio comunale: «Ha ragione il Giornale - tuona il capogruppo del Carroccio -. Ci troviamo di fronte a una vera e propria provocazione, tanto più ingiustificata e inopportuna di questi tempi. Il sindaco Marta Vincenzi dovrà giustificare che cosa l’ha convinta a sostenere iniziative di questo genere, a meno che, come scrive il Giornale, non si tratti di una ulteriore punizione ai residenti per aver osato rifiutare la moschea...». Una logica che va di pari passo con altre scelte «oscure» dell’amministrazione, «come quella - aggiunge Piana - di scegliere assessori fuori Genova. Ma mentre per Franco Miceli, nuovo titolare del Bilancio, si può dire che si tratti di una scelta tecnica, per altre nomine si dovrebbe parlare di decisioni vergognose, fatte solo nel tentativo di puntellare una maggioranza che sta franando, non certo per fare l’interesse dei cittadini». Su questo argomento il capogruppo della Lega ha presentato un’altra interrogazione a risposta immediata, e lo stesso ha fatto sul caso-Ranieri (l’assessore che ha «bollato» le camicie verdi padane): «È stato un giudizio infelice - dichiara Piana -. Le nostre camicie verdi sono assolutamente estranee a ogni violenza.

Loro intervengono a riempire un vuoto, lasciato aperto dal Comune, nel campo della sicurezza e del decoro in città, a cominciare dalla presenza a dir poco ingombrante di campi nomadi clandestini a Voltri, in via Mulinetti, a Cornigliano e sulla piastra del Bisagno. Un problema che doveva essere risolto da tempo - conclude Piana - ed è invece rispuntato ancora più acuto di prima».

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