Per battere la crisi e Mediaset Sky va alla guerra

L’emittente di Murdoch riduce a 29 euro il costo per il pacchetto Calcio e a 59 quello con il decoder in HD. "Così creeremo 1000 posti di lavoro"

Per battere la crisi e Mediaset Sky va alla guerra

Milano - Riduzione dei prezzi e tecnologia. La massiccia offensiva di Sky Italia sul terreno della televisione a pagamento ha scelto di battere queste due strade. A spiegarlo in un’affollata conferenza stampa in un locale del centro di Milano ci ha pensato ieri Tom Mockridge, da sette anni amministratore delegato dell’emittente di proprietà del magnate australiano Rupert Murdoch. I dati dell’ultimo trimestre appena concluso sono positivi, ma ieri non potevano essere ancora divulgati «altrimenti potrei subire delle punizioni dai miei superiori», ha scherzato Mockridge. Ma Sky Italia è reduce da due trimestri che hanno registrato la «crescita negativa». E sarà probabilmente per questo che si è deciso di giocare in contropiede. La mission è battere la crisi economica e la concorrenza della pay tv digitale di Mediaset.

Con lo slogan «Liberi di...» inizia una nuova fase dell’offerta: più economica e tecnologicamente più avanzata. Dal 5 luglio a soli 29 euro i clienti di Sky avranno la possibilità di accedere ad un pacchetto premium (calcio o cinema o sport) e di abbinarlo con due pacchetti di «Mondo», da scegliere tra intrattenimento e serie tv, lifestyle e documentari, canali per bambini, musica e news (Bloomberg, Cnn, SkySport24). Sull’economicità punta anche la seconda offerta che riduce drasticamente il costo del decoder MySkyHd da 199 a 59 euro, costi d’installazione compresi, come compresa è anche la dotazione della digital key che consente di vedere anche i canali del digitale terrestre (esclusi quelli a pagamento di Mediaset Premium). Non si tratta di promozioni temporanee, ha spiegato Mockridge ma di nuovi prezzi riformulati come risposta «alle difficoltà delle famiglie italiane in tempi di recessione. Il nostro scopo è facilitare l’accesso a Sky dei nuovi clienti».

E i vecchi? Come si comporteranno ora che si può risparmiare? «Basterà una telefonata al call center per rimodulare i propri pacchetti», fanno sapere dal quartier generale di Santa Giulia. Dove non c’è timore che un ricorso massiccio ai nuovi prezzi diminuisca le entrate complessive perché «il cliente che risparmia è un cliente contento». E soprattutto perché «chi comincia a sperimentare i vantaggi di MySkyHd molto difficilmente lo abbandona».
Forti di questa convinzione e di uno share medio dell’8,2 per cento nell’ultimo anno, News Corp ha investito 1.160 milioni di euro per il 2010 con i quali «verranno creati mille nuovi posti di lavoro». «Noi siamo convinti che la pay tv sia il miglior investimento per il futuro», ha proseguito Mockridge «e pensiamo di crescere fino a una penetrazione del 60 per cento della popolazione italiana».

Da ieri, proprio per simboleggiare questo salto di qualità, tutte le reti hanno introdotto il nuovo logo. Mentre dal primo agosto i 12 canali Cinema saranno diffusi in alta definizione (saranno 50 entro la fine del 2011). Il primo novembre invece decollerà Babel tv, la rete dedicata agli immigrati che potranno assistere, tradotti in italiano, ad alcuni programmi che già seguivano nei Paesi d’origine. Oppure potranno usufruire di corsi di italiano e rubriche di educazione civica che favoriscano l’integrazione in Italia (anche se è facile immaginare che uno straniero abbonato a Sky abbia già raggiunto un discreto grado d’integrazione).

Tutto bello e tutto facile per il presente e il futuro di Sky in Italia? Non proprio. L’elemento polemico è arrivato quando si è toccato l’argomento intercettazioni. Contro la legge in discussione in Parlamento Sky ha presentato ricorso alla Corte europea di Strasburgo. «Noi ci atteniamo alle regole del Paese in cui operiamo», ha premesso Mockridge. «Ma una legge che minacci gli editori e preveda il carcere per i giornalisti è sbagliata.

Se Carelli andrà in galera sono pronto ad andarci con lui. Non dimenticate che il nostro gruppo si chiama News Corp ed è nato da un piccolo giornale australiano: le news sono una componente fondamentale della nostra filosofia aziendale».

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