da Roma
«Batteremo larmata Brancaleone di Prodi». Lorenzo Cesa, segretario Udc, apre la conferenza programmatica del partito lanciando una sfida allUnione che, assicura Cesa, uscirà sconfitta dalle urne. Due gli assi nella manica dei centristi: la punta Pier Ferdinando Casini e il programma del partito che metterà al centro la persona umana e in particolare i valori e gli ideali contenuti nella prima Enciclica di Papa Ratzinger Deus Caritas est. «Non siamo un partito di plastica - dice Cesa -. Vinceremo senza effetti speciali». Prima di tutto unesortazione rivolta al leader della Casa delle libertà. «Non attacchiamo le autorità, non isoliamoci, non inseguiamo i fantasmi», dice Cesa ribadendo quanto già detto dal suo precedessore, Marco Follini, che chiede al premier di non «ridurre la Cdl alluno contro tutti» e di non trascinare le autorità di garanzia «nella contesa politica».
Cesa snocciola quelli che sono per lui i punti guadagnati dal partito in questi anni di governo. Ad esempio laver inserito la clausola dellinteresse nazionale nella riforma istituzionale. E poi il bonus bebè di mille euro.
Poi qualche stoccata allopposizione e soprattutto ai cugini del centrosinistra, ovvero la Margherita di Francesco Rutelli che, dice Cesa, «non può prendersi il lusso di attaccare lUdc». La scelta dei moderati di entrambe le aree, secondo Cesa, dovrebbe passare proprio per lUdc, «non per il signor Luxuria (Vladimir Luxuria, il trans candidato con Rifondazione, ndr) o per Francesco Caruso (uno dei leader dei disobbedienti)». I cardini della politica centrista restano quelli di sempre. La famiglia, la tutela della vita, il Mezzogiorno. La natura moderata dei centristi non impedirà a chi ne fa parte di combattere strenuamente lopposizione. «Noi non ci faremo intimidire dalle prediche dei nostri avversari», assicura Cesa, che per finire rilancia la leadership di Casini, protagonista assoluto dello spot elettorale.
«Pier Ferdinando Casini ama ripetere che questa campagna elettorale si tiene nel segno di una grande discontinuità voluta dallUdc - conclude Cesa -. La discontinuità è la legge elettorale proporzionale. Nel 2001 con il maggioritario si presentavano le coalizioni e i loro leader. Per il centrodestra cera Berlusconi ed era lui a firmare il contratto con gli italiani. Oggi non è più così, con questa legge si presentano i partiti, noi chiederemo il voto per lUdc e per Casini».
Lapplauso più entusiasta però non va né a Cesa né a Casini ma a Don Gelmini non appena sale sul palco da dove lancia una benedizione e una ammonizione. LUdc, dice Don Gelmini (fondatore della Comunità Incontro) è il partito «di chi ha fede, di chi crede in Dio e difende i valori».
«Batteremo quellarmata Brancaleone»
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