Sette bambini francesi, dai 20 mesi agli otto anni, hanno mangiato hamburger e ora sono ricoverati in rianimazione pediatrica nell'ospedale a Lille, dopo essere stati colti da diarree con perdite di sangue, sintomi compatibili con quelli provocati dal batterio E.coli. Le loro condizioni sono serie ma, dicono i medici, non preoccupanti. L'episodio ha fatto venire i brividi a tutta la Francia ma questa volta la Ue ha messo a tacere gli allarmismi: il batterio che ha provocato l'intossicazione dei bambini a Lille non è «dello stesso ceppo» del batterio killer, lo 0104, che si era annidato nei germogli in Germania; è uno più comune che si conosce da trent'anni (lo 0157) e provoca, solo in Italia, ben 40 infezioni all'anno.
Nonostante le rassicurazioni, questo episodio fa rizzare i capelli a milioni di consumatori. Anche perché qui si tratta di carne macinata, quella che piace tanto a bambini di tutti i Paesi del mondo. E dunque cosa ha scatenato questa infezione? Sembra siano stati degli hamburger surgelati, denominati «Steaks Country» e venduti negli ipermercati Lidl, una nota catena internazionale. La carne con cui si confezionano proviene dalla Germania, dal Belgio e dall'Olanda, ma è stata macellata dai tedeschi per poi essere trasformata in Francia. Una precisazione di non poco conto a sentire il responsabile di Alimenti e Nutrizione dell'Istituto superiore di Sanità. «Di solito la contaminazione di questo batterio che vive nelle feci degli animali avviene durante la macellazione - spiega Alfredo Caprioli - ma bastano controlli e pulizia per azzerare il rischio».
Insomma, questa brutta pagina di intossicazione alimentare, sembra sia un caso di mancata e attenta pulizia in una delicata fase di trasformazione delle carni. E pur se l'emergenza è grave, visti i danni provocati a questi bambini (tre sono in dialisi), si può eliminare evitando di mangiare la carne infetta ben identificata. Chi avesse ancora in casa scatole da un chilogrammo (10 hamburger da cento grammi) con una data di scadenza che va dal 10 al 12 maggio deve restituirla al punto vendita. E il produttore di hamburger, la società Seb, con sede a Saint-Dizier, ha annunciato il ritiro di tutti i lotti di carne coinvolti. In Italia, egoisticamente, la cosa questa volta non ci tocca. Gli hamburger surgelati sospetti non sono in vendita presso i supermercati Lidl italiani. Anche se la stessa catena precisa che «al momento non sussistono chiare indicazioni che dimostrino che il prodotto del produttore francese possa effettivamente causare un'infezione da E.coli».
Sta di fatto, comunque, che ieri sera circa 5 tonnellate di carne - tra hamburger e polpette - a marchio «Steaks Country», dellazienda francese che è allorigine dellinfezione sono state sequestrate in punti vendita Lidl nel Veronese dai carabinieri dei Nas, su disposizione del ministro della Salute: si tratta di 1570 confezioni di hamburger da un chilo e 4mila confezioni di polpette da 900 grammi.
«Serviranno alcuni giorni per compiere l'iter diagnostico e di identificazione della causa esatta di questa infezione», ha spiegato il pediatra Alberto Tozzi, epidemiologo presso il Bambin Gesù di Roma. «Prima di giungere a conclusioni su causa e sorgente dell'infezione si dovrà isolare il batterio nei piccoli pazienti, poi ricercarlo negli hamburger sospetti». In attesa di riscontri certi, meglio applicare regole di prevenzione, che allontana le paure.
«Per evitare rischi - aggiunge Caprioli - bisogna cuocere bene sempre gli hamburger, cioè la carne non deve essere più rosa all'interno dopo la cottura. A differenza della bistecca per cui è sufficiente una scottata per far morire i batteri che vivono in superficie e non arrivano al muscolo della carne». Rassicurazioni arrivano invece dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio: «Non mi sembra sia il caso di generare preoccupazione e allarme - precisa -: queste epidemie da batterio E. Coli si verificano spesso, soprattutto nei bambini.
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