Allora di pranzo, in quel di Treviso, il governatore del Veneto Luca Zaia e molti esperti in alimentazione mangeranno tutti insieme una grande e bella insalata mista (cetrioli compresi) «alla faccia dei tanti che fanno di tutto per menar gramo». Zaia getta acqua sul fuoco della psicosi collettiva. Prima la Russia che ha detto stop agli ortaggi della Ue (e quindi anche ai nostri) ora pure nei mercati rionali la diffidenza per le verdure dilaga. E Zaia non ci sta a questo andazzo: «Il cetriolo, come tutta laltra verdura, va consumato: stiamo incorrendo in un auto- embargo verso prodotti che sono sanissimi. Gli studiosi cinesi dicono che questa è una variante mai vista del escherichia coli, un batterio ubiquitario: ai cittadini dico di lavare bene la verdura, ma lo dovrebbero fare comunque, perché non cè solo lescherichia coli, ci sono anche il botulino e le salmonelle: la pulizia è alla base di tutto». Parole, quelle di Zaia, condivise dal ministro Ferruccio Fazio che non vuole creare allarmismi ingiustificati. «Ogni anno ci sono 80 mila casi di salmonellosi e nessuno ne parla dice Fabrizio Pregliasco, virologo esperto - Ligiene è la prima cosa da adottare per evitare i contagi». Insomma, è vero che la Germania è alle porte e che ci sono state già decine di morti per il micidiale batterio E.coli ma sembra che «il numero di nuove infezioni si sia stabilizzato anche se si tratta dell'epidemia più importante causata da un batterio negli ultimi decenni», ha detto Reinhard Brunkhorst, responsabile dell'ospedale universitario della regione di Hannover, dove sono stati registrati numerosi decessi. Fino ad ora le vittime sono 18 e migliaia di infettati. Due casi di contagio sono stati riscontrati ieri anche nel Tirolo austriaco, tre persone provenienti dalla Germania sono state ricoverate in Portogallo. Ma che cosa può aver scatenato la diffusione del batterio? Una delle ipotesi è che il contagio potrebbe essere dovuto a una contaminazione dellacqua. «In linea teorica è possibile, ma è molto improbabile per un paese in cui gli acquedotti vengono controllati - spiega Carlo Signorelli, ordinario di Igiene alluniversità di Parma -. Direi che le principali indiziate restano frutta e verdura, infatti alcuni dei contagiati sono vegetariani».
Ma questa certezza barcolla dopo la scoperta di un salame di cervo italiano produttore di tossine trovato in Austria durante i controlli a tappeto che vengono effettuati in questi giorni. Gli austriaci affermano di aver identificato il batterio E.coli che produce tossine e hanno spedito a Roma il campione per un ulteriore esame. Ma gli esperti italiani sostengono che esista una probabilità su un miliardo che questo salume sia la causa scatenante dellepidemia tedesca. Il ministero spiega che sono in corso indagini sul salame, ma «qualsiasi correlazione con l'epidemia nella zona di Amburgo è altamente improbabile sia per la tipologia del prodotto, sia per la zona di provenienza». Insomma, bisogna puntare più sulla verdura e su quello che può averla inquinata. Ma questo non significa evitare la Germania come la peste. «Sinora non è giunta alcuna segnalazione di infezione da parte di questo ceppo né nella popolazione italiana residente, né in turisti provenienti dalla Germania dice Fazio- la situazione è sotto controllo, non deve generare allarmismi e non deve modificare le nostre abitudini alimentari». Unica raccomandazione è dedicata ai viaggiatori. «Consiglio ai cittadini italiani che partono nel Nord della Germania di non consumare in loco verdura e frutta crude e di non bere acqua di rubinetto», spiega Fazio che lunedì si riunirà in Lussemburgo con i ministri della Salute degli altri Paesi europei per affrontare l'emergenza. Ma Pregliasco fa il calmiere. «Lepidemia è circoscritta e se le donne sono state le più colpite è perché stanno più in cucina e lavano la verdura». Ecco, la prevenzione parte dal lavandino. Meglio adeguarsi.
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