Mentre nella Louisiana, sotto i riflettori del mondo, si consuma una catastrofe ecologica di proporzioni bibliche, nel silenzio dei boschi inglesi un altro dramma biologico si sta consumando, lontano dalle cineprese e dalle macchine fotografiche. La quercia inglese, l'albero nativo di quella terra, la quintessenza delle piante che delinea il paesaggio britannico, lei che è considerata come un monarca, sta subendo l'attacco di una nuova malattia che gli agronomi hanno paura si stia diffondendo molto più velocemente di quanto previsto.
L'Independent britannico parla in prima pagina di questo «Acute oak decline» (AOD = declino acuto della quercia) che si pensa sia causato da un batterio ignoto e provoca il «sanguinamento» di un fluido scuro dalla pianta e la sua morte nell'arco di cinque anni. Questa nuova emergenza è così virulenta e letale che gli agronomi credono potrebbe devastare gli spazi verdi, anche urbani, con maggior velocità e severità rispetto alla «Dutch elm disease» (la malattia olandese dell'olmo), che ben conosciamo anche noi. Scoperta in Olanda nel 1921 quest'ultima malattia fungina, trasmessa attraverso un coleottero della corteccia, ha provocato la morte di oltre 25 milioni di olmi inglesi in Gran Bretagna e un numero indefinibile in Europa, Asia e America, luogo dal quale probabilmente è giunta nel vecchio continente. Ricordo, di quel periodo, vecchi contadini con le braccia scarne e incartapecorite dal sole, piangere nel vedere gli olmi, cui si appoggiavano un tempo le viti, seccarsi uno a uno, inesorabilmente.
La Commissione Forestale inglese ha identificato finora 55 siti infetti fino adesso, ma vi è ormai la certezza che sono centinaia i luoghi colpiti dalla malattia in tutta la nazione e piovono le accuse sul governo che avrebbe minimizzato, tagliando per di più i fondi ai ricercatori.
Peter Goodwin, ricercatore del Woodland Heritage (una sorta di WWF botanico inglese) ha chiesto circa 10 milioni di euro per i prossimi cinque anni, allo scopo di studiare la malattia e trovare una cura adeguata. «Questa è veramente una malattia terrorizzante» ha detto all'Independent che ha la capacità potenziale di distruggere massicciamente il patrimonio di querce britannico e pare trasmettersi molto velocemente». Confinata momentaneamente alle regioni del sud l'AOD si sta dirigendo verso ovest e verso il Galles, minacciandole antichissime querce di quelle regioni, alcune delle quali vivono lì da oltre quattro secoli. Goodwin, che ha appena acquistato un antico boschetto di querce nel Suffolk, le guarda ogni giorno con il sacro terrore di scoprire i segni dell'infezione. «Sono querce» afferma il botanico «che, nei secoli, hanno resistito a qualunque fenomeno naturale. Questo dà la misura della potenza devastante di questa nuova e ignota malattia che imperversa in Gran Bretagna. Per ora»
A questa nuova patologia si deve aggiungere la «sudden oak death» (morte improvvisa della quercia) che, a dispetto del suo nome, colpisce almeno 100 specie di alberi diversi.
Calcolando che le vecchie querce rappresentano quasi il 20% del patrimonio boschivo inglese, la loro distruzione rappresenterebbe una catastrofe per quel simbolo sacro ai Celti che nascose Carlo II in fuga, tra le sue fronde maestose. E dalla foresta di Sherwood, di notte, giurano i contadini che si sentano le invocazioni di Robin Hood: «Save the oaks» (Salvate le querce).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.