Battiato regista: «Faccio cinema perché sono generoso verso gli altri»

Stasera Franco Battiato sarà presente in sala, al Teatro Verdi di Sestri Ponente, per la proiezione della sua terza pellicola "Niente è come sembra", film presentato alla recente Festa del Cinema di Roma.
Ti aspetti un pubblico numeroso anche in sala come ai tuoi concerti?
«Non so, non trovo giusto che venga gente interessata a vedere questo genere di film. Non mi interessa la quantità di pubblico ma la qualità. Chi ascolta la mia musica può non essere lo stesso che viene al cinema o viceversa».
Che genere di film è?
«Tratta di temi esistenziali e prosegue il percorso di sintassi e linguaggio iniziato col mio secondo film, Musikaten. È un linguaggio “à rebours” che si vuole distaccare dal modo di fare cinema di oggi, soprattutto nei contenuti: voglio rendere partecipe le persone delle eccellenze di cui, in campo filosofico e teologico, ha avuto fortuna e piacere di fare la conoscenza».
Un modo per arricchire il pubblico?
«La mia entrata nel mondo del cinema l'ho ponderata attentamente ed ho deciso di cercare di trasmettere quello che io ero riuscito a conoscere e a cogliere dalla vita. Il mio fare cinema è una specie di generosità verso gli altri».
La storia del film è finalizzata a questo?
«Sì, il protagonista Giulio B., anche se in pensione, continua a esercitare la sua vecchia professione, insegnare 'Antropologia culturale' presso l'Accademia di belle Arti di Brera. È ateo e ha una vera passione per le feste etnico-popolari. Dovunque ci sia una rappresentazione curiosa e intrigante, c'è lui a documentare, intervistare, e archiviare: è appunto il tentativo di assistere e riprendere una festa del fuoco di origini pre-cristiane che lo porta a smarrirsi in un bosco. Troverà riparo e ospitalità in una casa in cui si sta svolgendo un incontro singolare e lì sarà coinvolto in un'esperienza travolgente ed unica».
Che tipo d'esperienza?
«L'incontro di 9 persone, quest'evento corrisponde anche alla parte centrale del film, nessuno sa nulla degli altri, né il nome né li lavoro, ognuno esprime vicendevolmente la propria idea dell'essere, dell'esistenza da più punti di vista, da quello ateo, cristiano etc.»
A ottobre è uscito un cofanetto contenente il tuo film in DVD, il tuo libro «In fondo sono contento di avere fatto la mia conoscenza» e un cd con il tuo concerto inedito con la Royal Philarmonic Orchestra. È stata un'abile strategia commerciale.
«Nessuno studio di mercato. Io mi butto, cerco l'ebbrezza dell'irraggiungibile, che ho provato più volte. Pensa che soddisfazione fare un prodotto non commerciale, che viene sbeffeggiato fin dalla nascita e poi è diventa un "grasso" successo. Amo l'adrenalina della sorpresa non la sfida».
La prossima scarica d'adrenalina?
«Tra due anni, più o meno.

Mi sono programmato due anni di studio, ho comprato già una ventina di libri, voglio approfondire certe intuizioni, voglio ancora arricchirmi per trasmettere agli altri. Sarà una cavalcata delle epoche, da Aristarco a Spinosa a….tra due anni». Una sorpresa è una sorpresa.

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