Roma - «Dobbiamo stare attenti alla qualità. Soprattutto non dobbiamo cadere nel tranello teso dalla concorrenza. Che va rispettata ma che indubbiamente, mirando a colpire in basso, rischia di trascinare in basso anche noi». Che Pippo Baudo sia, oltre che il gran professionista che è, anche un uomo di buon gusto, non c'è dubbio. E dunque sull'intenzione di «mantenere le distanze» fra la sua Domenica In e la Buona Domenica di Canale 5 - usando appunto il discrimine della qualità - insiste convinto anche quest'anno. I risultati ottenuti la scorsa stagione (alla vigilia del ritorno dello storico contenitore, trentaduesima edizione al via dal 7 ottobre) gli danno ragione: «A lungo andare la qualità paga - considera -. E noi continueremo ad usare qualità, nel linguaggio come nel modo di trattare i nostri ospiti».
Il problema è che però, alla guida di Domenica In, non c'è solo Pippo Baudo. E che se lui e Lorena Bianchetti sono effettivamente riusciti a volare alto, confronto gli eccessi della concorrenza (conducendo rispettivamente la terza parte dello show, Ieri, oggi e domani, e quella che adesso diventa la seconda, Domenica Insieme) non altrettanto può dirsi della sezione cui ora viene dato l'onore dell'apertura: la vociferante Arena scatenata da Massimo Giletti. I cui battibecchi, accapigliamenti e tracimazioni sonore ricordano molto da vicino il teatrino delle urla di Buona Domenica. Di avviso non contrario, ma addirittura opposto, è naturalmente Giletti: «L'anno scorso ci siamo sentiti come gli ammutinati del Bounty. Noi infatti abbiamo avuto il coraggio di andare controcorrente: facevamo un tipo di televisione del tutto diverso da quello in «stile Lecciso». Non abbiamo mai praticato la pornografia dei sentimenti. E non ricordo una sola volta che ci sia stato uno scontro clamoroso. Non a caso, rispetto ad una concorrenza che scendeva a livelli molto più bassi, negli ascolti abbiamo vinto ventiquattro volte su trenta». Quanto alla qualità, che forse bisognerebbe estendere alla scelta degli ospiti stessi, evitando magari quelli affetti da smanie di protagonismo polemico, «I nostri ospiti si chiamano Alba Parietti, Klaus Davi, Margherita Hack - ribatte Giletti -. Senza contare i temi in discussione: gli altri sono capaci di parlare del Grande fratello per sei mesi di fila. Noi ci occupiamo di droga, prostituzione, violenza sulle donne». Fino a quando, dopo che per oltre un'ora si è magnificata la qualità di Domenica in proprio in base alle sue differenze con Buona domenica, il direttore Del Noce spiazza tutti dichiarando: «Il confronto fra queste due trasmissioni non c'interessa. Io non etichetto di trash gli altri, guardo solo in casa nostra. E noi non facciamo cagnare preordinate, a tavolino. C'è la vivacità dello scontro, certo: d'altra parte le trasmissioni non possono essere al cloroformio». Il trasferimento di Giletti al posto della Bianchetti, infine, viene spiegato con «un ragionamento logico. Ci siamo accorti che dopo il tg - spiega il capostruttura Liofreddi - davanti alla tv siede un pubblico più sensibile all'informazione».
Un ultimo brivido di tensione quando viene chiesto a Pippo Baudo che ne pensa della quasi-investitura con cui Del Noce, pochi giorni fa, ha profetizzato a Carlo Conti il ruolo di futuro conduttore del Festival di Sanremo. «Questi sono i regali che ogni tanto mi fa il direttore - scherza a denti stretti Pippo (che da contratto sarà a Sanremo ancora per un'edizione) -.
Almeno non ha profetizzato il decennio in cui Conti dovrebbe prendere il mio posto. E alla faccia di Del noce, nonostante io abbia 71 anni, queste predizioni portano bene. Tutte le volte che me le fanno, infatti, io mi rafforzo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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