Baveno Omaggio al grande Nino Rota

Nino Rota è il creatore dell’intero immaginario felliniano, non c’è dubbio. Ma ancor prima, la sua produzione è la sigla del cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta. Lavorò ai film di Lattuada, Comencini, Coppola, con «Romeo e Giulietta» contribuì al lancio di Zeffirelli, fu collaboratore prediletto di Luchino Visconti. A trent’anni dalla morte, Nino Rota viene ricordato stasera (ore 21.15) nella chiesa San Carlo di Baveno (frazione Feriolo), sulla sponda novarese del lago Maggiore, da un trio d’eccezione.
Lo compongono i primi leggii dell’Orchestra del Teatro alla Scala: il violinista Francesco Manara e il flautista Davide Formisano. Al pianoforte siede Luigi Zanardi. Si tratta di uno degli appuntamenti chiave del Festival Umberto Giordano, attivo a Baveno da dodici anni a questa parte, dal 3 al 12 luglio. Il Trio rende omaggio al Rota accademico, autore di un Trio e Preludi, e naturalmente al Rota firma illustre di colonne sonore. Due generi che il compositore coltivò con identica intensità, sicuro che non esistesse differenza «di ceti e livelli nella musica».
La definizione di musica leggera, semileggera, seria, è fittizia. Il termine musica leggera si riferisce soltanto alla leggerezza di chi l’ascolta, non di chi l’ha scritta». Il Trio propone una selezione di temi musicali di Fellini, Visconti e Zeffirelli. Scorreranno le melodie melanconiche e sensuali di «Amarcord» e della «Dolce vita».

Non mancheranno i ballabili dal «Gattopardo» di Visconti, regista con i quale Rota ebbe un rapporto prediletto, «molte volte, mentre gli suonavo a puro titolo indicativo un brano, lui mi fermava e diceva: “è quello che ci vuole”». Campeggerà l’onda lunga e avvolgente della colonna del Padrino I e II, tra cui il «valzer sghembo» che, a mo’ di leit motiv, ritorna nel corso del film per sottolineare la catena dei delitti.

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