
Parla italiano la prima app di live shopping e social commerce sbarcata in Europa. Fondata da Simone Giacomini, classe 1986, nato come produttore esecutivo teatrale, reduce da una exit per decine di milioni (la cifra ufficiale non è mai stata dichiarata) con un altro prodotto da lui co-fondato come Stardust. Sempre operativa nel mondo dei social media e della pubblicità, è stata interamente rilevata dal gruppo Gedi, facente capo alla Exor guidata da John Elkann.
Ora Giacomini ha deciso di riprovarci con un prodotto innovativo e tutto italiano che ha già visto l'ingresso nell'azionariato di alcuni fondi come Valiant, che ha acquisito una quota di minoranza nella società con una valutazione pre-money di 50 milioni di euro.
Giacomini, come stanno andando i primi tempi di Bazr?
«Siamo sopra ogni aspettativa, con 500mila download dell'applicazione nei primi 4 mesi. E prevediamo di andare anche meglio con la campagna di comunicazione che stiamo conducendo su tutti i media e in occasione di diversi eventi, come per esempio la King's League».
Programma futuro?
«Bazr è unica nel suo genere non solo sul mercato italiano, ma anche europeo. Ma subito dopo l'estate, vorremmo aprire anche in Francia e in Spagna. Altre piattaforme offrono shopping online, ma nessuna riesce a mettere insieme utenti, creator e vendor per una shopping experience come Bazr. Esistono piattaforme che permettono ai brand di implementare sessioni di live shopping sui loro canali proprietari, ma Bazr punta sul fattore umano rappresentato dai creator e sull'interazione durante le live per creare esperienze immersive. E poi ci sono i dati che supportano la nostr intuizione...».
Per esempio?
«In Cina il mercato del live raggiungerà il valore di 1 trilione di dollari entro il 2026. Il 46% dei consumatori italiani acquista prodotti suggeriti da influencer sui social, mentre il 36% sceglierebbe il Live shopping e vorrebbe che i brand lo utilizzassero di più».
L'idea come nasce?
«Abbiamo costruito Bazr attorno a tre esigenze principali: ridurre la user fatigue degli utenti subissati da contenuti pubblicitari, aiutare i creator a bilanciare contenuti di entertainment con l'esigenza di monetizzare, e proporre esperienze di acquisto gratificanti e immersive che l'e-commerce tradizionale non offre».
Perché creare un social come Bazr? Non è un doppione rispetto a TikTok che, tra l'altro, ha attivato (dopo di voi) la vendita in diretta live?
«Noi in verità siamo una cosa diversa. I creator che vendono prodotti sulla piattaforma sono tutti selezionati e accedono solo su invito, intendiamo creare qualcosa solo con contenuti puliti e realizzati da professionisti che prepariamo anche dal punto di vista della vendita. In questo modo conoscono il brand e questa è una cosa che piace molto anche alle aziende».
Come vengono selezionati i brand?
«Viene fatta seguendo criteri di qualità e non di prezzo, fama o status: ciò che contraddistingue l'offerta presente in Bazr è la predilezione per brand e prodotti unici. La merce in vendita rientra in diverse categorie, dal beauty alla moda, dalla tecnologia allo sport, al fine di creare varietà».
Ma com'è che funziona questo social pensato esattamente per la vendita?
«Sulla piattaforma si trovano dei video teaser e già attraverso questi l'utente, se vuole, può acquistare. Poi ci sono le dirette, dove l'utente può interagire, facendo domande al creator. Ci impegniamo poi a fare arrivare l'acquisto entro 24-48 ore».
Siete il primo live commerce italiano, ma alla fine uno viene da voi solo per comprare?
«No, Bazr non è solo
live shopping ma anche intrattenimento e grandi partnership: dalla creazione dei Bazr Studios per un hub dedicato a podcast di grande prestigio al recente accordo con Lega Serie A che porta l'esperienza del calcio in app».