Mondo

Bbc scatenata contro Blair

Erica Orsini

da Londra

Tony Blair come lo sceriffo di Nottingham, i terroristi di oggi paragonati ai fuorilegge della foresta di Sherwood. Paralleli azzardati, ma dopo i tumulti politici della settimana scorsa ormai in Gran Bretagna ogni confronto è concesso, anche quello della satira più irriverente. Così, mentre la promessa strappata a Blair di andarsene nel giro di un anno non basta a calmare le polemiche interne, i media si scatenano. Ieri la Bbc ha presentato la sua nuova serie su Robin Hood, in onda da ottobre il sabato sera. Il programma, che aveva rischiato di essere rimesso in un cassetto perché alcuni ladri avevano rubato quattro cassette del materiale girato chiedendo per restituirle un riscatto milionario, riuscirà a partire come previsto e il suo lancio pubblicitario si è rivelato un trionfo grazie alla trovata geniale di Peter Fincham, responsabile economico del primo canale. «Robin è un uomo dalle qualità universali - ha detto ieri Fincham - ma la serie ha qualcosa di molto moderno, il ritorno da una guerra controversa in Medio Oriente in un’Inghiletrra dove il governo è impopolare, impone tasse altissime e ha perso il contatto con il popolo». Ad aggiungere carne al fuoco ha pensato poi Richard Armitage, l'attore che interpreta lo sceriffo il quale è andato ben oltre spiegando che «i fuorilegge sono i terroristi di oggi. Sarebbe un gioco da ragazzi per lo sceriffo fare piazza pulita, ma non lo fa perché alla fine gli fanno comodo. Sono l'alibi migliore per perpetrare lo stato di terrore generale».
E mentre la Bbc lascia tutti con il fiato sospeso a chiedersi chi potrebbe essere, nell'Inghilterra odierna, il buon re Riccardo che torna dalla guerra e riporta la giustizia nel Paese, nella soap vera continuano ad infuriare le polemiche. Ieri l'ex ministro degli Interni Charles Clarke ha accusato Gordon Brown di aver agito in modo «assolutamente stupido» durante l'ultima crisi.

E la sua intervista senza mezzi termini apparsa sul quotidiano della capitale The Evening Standard rafforza i sospetti avanzati già da molti e cioè che dietro le dimissioni in massa dei giorni scorsi ci sia proprio lui, l'amico-rivale arcistufo di rimanere nell'ombra.

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