Bruxelles - Nel terzo trimestre 2009 il prodotto interno lordo di Eurolandia dovrebbe vedere una "ulteriore stabilizzazione" dopo il calo di appena lo 0,1% del secondo. La previsione è della Banca centrale europea, che nel suo Bollettino statistico di settembre ribadisce che dovrebbe essere terminata la "significativa contrazione dell’attività", e si attende ora "un periodo di stabilizzazione e ripresa molto graduale".
Allarme disoccupazione "Ci si può attendere per i prossimi mesi una serie di ulteriori moderati incrementi del tasso di disoccupazione nell’area dell’euro", dopo che questo ha raggiunto il 9,5% a luglio. La Bce nota che la disoccupazione "ha continuato ad essere in forte aumento" in alcuni paesi, "specie in Spagna e Francia". La previsione della Bce tiene conto del fatto che negli ultimi anni la dinamica dell’occupazione in Eurolandia ha reagito con ritardo rispetto alle oscillazioni del ciclo economico: ciò fa supporre che il mercato del lavoro debba ancora scontare del tutto la forte contrazione del Pil nella prima parte del 2009. L’attuale rallentamento dell’attività economica - in ogni caso - secondo la Bce ha già prodotto «un significativo deterioramento del mercato del lavoro delle economie dell’euro, specie in Spagna. Ai soli settori delle costruzioni e manifatturiero, nel dettaglio, è dovuta "l’80% della diminuzione complessiva dell’occupazione rilevata nel primo trimestre del 2009". Nel capitolo del bollettino Bce dedicato all’occupazione si legge inoltre che i gruppi di lavoratori che hanno risentito di più del peggioramento dell’occupazione sono i maschi, gli occupati di età compresa fra i 15 e i 24 anni e quelli con contratto a tempo determinato. Tuttavia, avverte la Bce, "l'alto livello di tutela dell’occupazione in alcuni paesi" è "un fattore che potrebbe anche ostacolare la crescita di posti di lavoro a tempo indeterminato durante la ripresa". Nel suo bollettino la Bce richiama le previsioni degli economisti dell’Eurotower sul prodotto interno lordo di Eurolandia: le staff projections di settembre, migliorate rispetto a quelle di giugno, per il 2009 danno un tasso di crescita compreso fra -4,4 e -3,8%, per il 2010 fra -0,5% e +0,9%. I rischi per questo senario sono "sostanzialmente bilanciati": fra i rischi al rialzo, oltre al clima di fiducia che potrebbe migliorare più rapidamente e alla domanda estera che potrebbe essere più forte del previsto, figura anche "il peggioramento delle condizioni nel mercato del lavoro, che potrebbe essere meno pronunciato rispetto alle attese correnti".
I conti Ue da aggiustare Il rapporto debito/pil in aumento e le garanzie statali alle aziende rappresentano una "grave minaccia" per la sostenibilità dei conti pubblici di Eurolandia. La Bce dichiara la "urgente necessità" di misure di risanamento. L’aggiustamento strutturale dei conti, con la ripresa, "dovrebbe raggiungere almeno l’1% del pil" secondo l’Eurotower. Tutti i paesi dell’area euro ad eccezione di Cipro, Lussemburgo e Finlandia "registreranno disavanzi pubblici superiori al valore di riferimento del 3% del pil nel 2009". Inoltre "tutti rischiano di scostarsi da tale valore nel 2010". Vi è dunque "urgente necessità" che nei piani di bilancio per il 2010 i governi "predispongano e rendano note strategie ambiziose e realistiche di uscita dalle misure connesse con la crisi". Nella sua analisi trimestrale sull’andamento delle finanze pubbliche dei paesi di Eurolandia, la Bce scrive che il risanamento dei conti pubblici dovrà iniziare "al più tardi con la ripresa economica", che "gli sforzi andrebbero intensificati nel 2011" e che questi "dovranno essere significativamente superiori al valore minimo di riferimento dello 0,5% del Pil l’anno fissato dal Patto di Stabilità e di crescita". In particolare, nei paesi con elevati livelli di disavanzo-pil o di debito pubblico-pil, l’aggiustamento strutturale annuo "dovrebbe raggiungere almeno l’1% del pil".
Per l’Italia la Bce cita le previsioni di medio termine pubblicate a luglio dal governo, secondo cui il deficit-Pil da un livello leggermente inferiore al 3% del 2008 dovrebbe salire al 5,3 per cento nel 2009 e al 5 per cento nel 2010, per poi calare al 2,4 per cento entro il 2013, e richiama la stima governativa secondo cui il decreto anti-crisi non avrà effetti sul fabbisogno finanziario netto, perché "le misure di stimolo destinate ad aumentare il disavanzo saranno totalmente compensate da variazioni in altre voci di bilancio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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