La manovra finanziaria da 54 miliardi supera anche l’esame della Bce e dell’Ocse, a ulteriore conferma del gradimento a livello internazionale delle misure strutturali adottate. Dopo le valutazioni positive espresse mercoledì dalla Commissione Ue, è toccato al presidente dell’Eurotower, Jean-Claude Trichet, riservare al dossier Italia buona parte della conferenza stampa che ieri ha seguito il direttivo dell’istituto (i tassi sono rimasti fermi all’1,5% e le previsioni di crescita di Eurolandia sono state tagliate). «Abbiamo visto gli impegni iniziali del governo e poi un periodo difficile di dibattito - ha esordito il banchiere francese - . Ma le ultime decisioni prese dal governo e il voto in corso alle Camere stanno confermando che gli impegni iniziali sono stati rispettati».
Prima dalla blindatura dei saldi e fino alla decisione di porre la fiducia, due elementi che hanno ulteriormente convinto Trichet dell’intangibilità del provvedimento, la Bce aveva seguito con qualche preoccupazione la navigazione non del tutto serena della manovra, tenendosi in contatto con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano («Dal quale ho avuto rassicurazioni») e inviando «messaggi al governo italiano assieme a Draghi». Il numero uno dell’istituto di Francoforte ha tuttavia negato che la banca centrale abbia imposto al nostro Paese una sorta di do ut des, ovvero di aver subordinato l’acquisto di Btp all’adozione di un piano di risanamento stringente. «Non dettiamo alcunchè per definizione, non imponiamo nulla, non stiamo negoziando con nessun governo. Abbiamo analizzato la situazione e riflettuto su cosa fosse importante per riportare credibilità e fiducia sui mercati».
Nessun diktat, insomma. Chiaro. Messaggio ricevuto.
Ben più opaca e scivolosa è invece la questione se il board della Bce abbia affrontato ieri il discorso legato allo shopping di bond. Germania e Olanda appaiono da tempo riluttanti a impiegare l’arma che impedisce agli spread di lievitare (stabile ieri quello tra Btp e Bund a 339 punti) e che dà maggiore sicurezza alle Borse (ieri positive dopo un andamento altalenante, con Milano a +0,7%), ma Trichet ha preferito glissare, rifugiandosi nel solito catenaccio dialettico: «Come sapete, la banca non fa mai alcun commento sul programma di acquisti di titoli di Stato. Il programma è ancora parte della nostra politica monetaria, ma tutte le misure di sostegno sono temporanee». Considerato il verdetto positivo sulla manovra, è assai probabile che - se necessario - gli acquisti continueranno nonostante eventuali attriti all’interno del consiglio e le critiche di alcuni osservatori tedeschi.
Sul fronte congiunturale, con l’allarme prezzi che sta rientrando, la Bce sposta il focus sulla «crescita moderata» di Eurolandia e sui pericoli di un suo deterioramento. Le stime sono già state tagliate rispetto all’outlook di giugno: nel 2011 +1,6% (da +1,9%), nel 2012 +1,3% (era +1,7%). Valutazioni peraltro condivise dall’Ocse, che prevede per le economie del G7, Giappone escluso, un tasso annuo di sviluppo inferiore all’1% nella seconda metà del 2011. L’Italia registrerà una crescita negativa del Pil dello 0,1% nel terzo trimestre 2011 rispetto ai precedenti tre mesi e un leggero rialzo dello 0,1% nel quarto.
Ma la manovra, ha spiegato il capo economista dell’organizzazione, Pier Carlo Padoan, «va nella direzione giusta», soprattutto alla luce delle decisioni di inserire l’obbligo di pareggio in bilancio, di “rinviare“ l’età pensionistica per le donne e di «abolire di fatto» le province.
Se l’Europa rallenta, gli Stati Uniti sono in frenata. Ieri sera, all’Economic Club del Minnesota, il capo della Fed Ben Bernanke non ha nascosto che «ci sono maggiori rischi al ribasso» sulle prospettive economiche.
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