La Bce: «Pronta ad agire». E le Borse rifiatano

I compiti per l’Europa: risolvere in fretta il doppio problema del debito sovrano e del debito delle banche. I compiti per gli Stati Uniti: ridurre il debito pubblico e affrontare con urgenza la piaga sociale della disoccupazione. «Ci vuole coraggio e impegno politico». Eccola, Christine Lagarde, salire ieri sul podio e orchestrare per la prima volta il meeting annuale del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale. Un vero e proprio battesimo del fuoco per la nuova leader del Fondo, subentrata a Dominique Strauss-Kahn proprio nel momento in cui il virus dell’incertezza ha reso deboli le difese immunitarie mondiali. «I rischi sono aumentati rapidamente», è la diagnosi della Lagarde. Crisi senza fine, recessione alla porte, incubi da default e mercati nevrastenici: serve coesione e idee chiare su come agire, cioè quanto è mancato finora per affrontare l’emergenza. «La soluzione si trova solo se la Germania definisce una posizione meno incerta e mostra il coraggio, la forza e la visione di investire di più sull’Europa», suggerisce il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
In questo navigare a vista, dopo il disastro di giovedì le Borse hanno concluso ieri la settimana senza altri scossoni. I recuperi sono stati compresi tra lo 0,24% di Londra e l’1,36% di Milano (-6% però nell’ottava), salvata dallo sprint dei titoli bancari (Intesa e Bpm sono schizzate di oltre il 6%), mentre Wall Street a un’ora dalla chiusura guadagnava lo 0,4%. I mercati sono riusciti a dribblare le ricostruzioni di un paio di giornali greci secondo cui il ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos, avrebbe prospettato, nel corso di un incontro con i deputati socialisti, l’ipotesi di una bancarotta pilotata con il taglio del 50% dei rimborsi ai creditori. E nel vuoto sono cadute anche le indiscrezioni del Financial Times su un presunto piano di ricapitalizzazione dell’Ue per 16 banche europee, promosse per il rotto della cuffia al termine degli stress test di luglio. Immediata la smentita di Bruxelles: la Commissione ha già messo a disposizione degli istituti 420 miliardi di euro. Dunque, «la ricapitalizzazione è in corso». In precedenza, ampie rassicurazioni erano giunte dal G20, pronto ad aiutare le banche e certo del rafforzamento del fondo salva-Stati (Efsf). L’idea, che piace anche alla Lagarde, è quella di far entrare direttamente fondi della Bce, così da aumentare la leva complessiva dell’Efsf, che oggi è di 440 miliardi, senza che ciò pesi sui bilanci dei singoli Stati. Le misure per potenziare il paracadute anti-crisi dovrebbe essere messe a punto entro il prossimo vertice del G20, in programma alla metà di ottobre a Parigi.
Prima di allora, dall’Eurotower potrebbe arrivare quella riduzione dei tassi invocata da più parti. In aprile e luglio, il presidente Jean-Claude Trichet aveva dato al costo del denaro un doppio giro di vite, alzato dall’1 all’1,50%, a causa del surriscaldarsi dell’inflazione. Ma il peggioramento della crisi del debito e il raffreddamento dei prezzi del petrolio potrebbero indurre Francoforte a tornare sui suoi passi. Il taglio, a detta di JP Morgan, potrebbe essere facilitato dal passaggio di consegne tra Trichet e il suo sostituto, Mario Draghi. Ma la Bce, che continua a vigilare sugli spread con l’acquisto di Btp e Bonos spagnoli (ieri il differenziale tra i nostri titoli e il bund tedesco ha segnato un picco a 403 per poi ripiegare a 388), avrebbe anche altre cartucce da sparare. A cominciare dal ripristino delle operazioni di finanziamento a un anno per le banche, strada considerata praticabile da Edwald Novotny, governatore della Banca d’Austria e componente del board Bce.

L’asse Merkel-Sarkozy lavora intanto per convincere gli altri partner della necessità di istituire un Eurogruppo al più alto livello politico, in modo da arrivare a una maggiore integrazione delle politiche di bilancio ed economiche dei Paesi che usano la stessa moneta.
Insomma, nel puzzle complicatissimo dell’attuale crisi qualche tassello sembra finalmente sul punto di andare a posto.

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