Beatrice e Gaia Sfilano i due mondi di casa Trussardi

La «piccola» della maison, mora eccentrica, debutta nella moda accanto alla sorella, bionda classica

Paola Bulbarelli

Si chiama Nicola e ha venti giorni. La sua mamma si chiama Gaia Trussardi, il papà è spagnolo. «Spero che anche in Italia ci sia la possibilità del doppio cognome come in Spagna», dice. Chissà se anche lei farà come la sua bella mamma, oggi bella nonna, che di pargoli ne ha sfornati 4.
Gaia (27 anni) è oggi stilista a tutti gli effetti perché è uscita in passerella con la più famosa sorella Beatrice (34) a raccogliere gli applausi della bella sfilata. «Non ci credo!», ha detto quando si è ritrovata illuminata dalle luci e dai flash. Un’emozione grandissima. Ma avvinghiata a Beatrice (da 4 anni presidente e amministratore delegato della Trussardi) è riuscita a arrivare a metà pedana. Una bionda (Beatrice), una mora (Gaia), occhi azzurri entrambe ma molti diversi, Gaia un po’ più alta di Beatrice. Le sorelle Trussardi hanno un’aria vincente: una sostiene l’altra, unite nelle loro personalità forse agli antipodi. Ma probabilmente, proprio per questo, complementari. Una classica, Beatrice. Gaia, eccentrica. La prima più sicura di sé. La seconda più fragile. Gaia, prima di arrivare in via definitiva all’ufficio stile della maison di famiglia, ha debuttato al cinema in un ruolo impegnativo: quello della brigatista Barbara Balzerani in Piazza delle Cinque Lune, il film di Renzo Martinelli che rileggeva il sequestro Moro.
La piccola Trussardi, insieme al fratello Tomaso, è stata modella delle campagne pubblicitarie dall'azienda. E ha trovato anche il tempo di laurearsi in sociologia a Londra dove ha conosciuto il marito. «Questa collezione unisce due mondi, il mio e quello di Beatrice», dice Gaia. Sul lavoro, racconta lo staff, ridono e litigano come due sorelle qualunque, fino a raggiungere la sintesi degli opposti, come nella collezione disegnata insieme per i prossimi freddi. «È ispirata a funzionalità e leggerezza, pensata per le donne di oggi, sempre in viaggio, ma che - spiega Gaia - non vogliono rinunciare all'eleganza».
Lunghi montoni grigi che pesano meno di mezzo chilo, borse doppie che si trasformano, scarpe con la zeppa interna che raggiungono i 16 centimetri, abiti di camoscio scollati sulla schiena, cappotti in visone e cashmere, tubini in lana che non si stropicciano. Ma anche maglie in montone rasato effetto cashmere o foderato di tulle, visoni sfumati a mano, smoking da cocktail grigi, giacchini da scherma di pelle matelassé come quello indossato dalla stessa Gaia e blazer con cintura e scollatura ad anello, che piacciono a Beatrice. Per la sera, abiti di chiffon e satin, con sottovesti in lurex e seta oro bianco, o in microplissé con applicazioni in pizzo dalle tonalità sfumate. «Sono abiti - precisa Beatrice - fatti anche con 50 metri di chiffon e che stanno racchiusi in una qualsiasi valigia». Sono davvero soddisfatte dell’ottimo lavoro.

E basta un’occhiata d’intesa per ritornare dietro le quinte a festeggiare.

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