Beirut: un esercito di sciiti pochi e male equipaggiati

Contro gli hezbollah meglio armati ed addestrati avrebbero subito la peggio

Lo spiegamento dell’esercito libanese nella parte meridionale del Paese è un’operazione che ha molto merito politico, ma che tecnicamente rimane estremamente pericolosa a causa delle carenze di una forza armata che ha solo limitate capacità militari. Non è un caso se nel 2000, quando Israele si ritirò, nessun reparto Libanese si schierò al confine, ci si limitò a un migliaio di soldati per salvare le forme, mentre il Comando del settore sud, che ha sede a Tiro, non ha mai azzardato l’invio di formazioni unitarie consistenti, a livello di Brigata nell’Hezbollistan. Più che altro i reparti presenti a sud sono polverizzati sul territorio, non ne hanno certo il controllo, per non parlare della sorveglianza dei confini.
Sulla carta l’esercito dovrebbe contare su circa 70.000 uomini, ma in realtà gli effettivi non arrivano a 60.000 unità, mentre l’obiettivo di forza di 65.000 uomini non è stato ancora raggiunto. Inoltre circa 25.000 uomini sono coscritti, con scarsa preparazione e capacità, e i fenomeni di renitenza alla leva e le scappatoie offerte per evitare la ferma riducono la consistenza degli scaglioni.
Le principali unità campali sono 11 brigate meccanizzate e di fanteria, reparti molto smilzi e sotto organico, ai quali si aggiunge una brigata della guardia, cinque reggimenti di forze speciali, un reggimento commando, un aeromobile e uno di fanteria di marina, più i supporti.
Le brigate fortunatamente non sono più formate su base confessionale e vengono frequentemente spostate sul territorio per evitare che si creino legami troppo stretti tra un reparto, uno specifico ambito territoriale, la popolazione e le milizie locali. Anche se la reputazione dell’Armée è lievemente migliorata, le capacità militari effettive sono davvero modeste, anche perché l’equipaggiamento, a partire dalle uniformi fino ai carri da combattimento, è obsoleto e in larga misura frutto di donazioni internazionali. I carri armati sono 200 vecchi T-54/55 russi, ai quali si aggiungono un centinaio di M-48 statunitensi, mentre i veicoli trasporto truppa sono rappresentati essenzialmente da quasi 1.200 M-113 di surplus statunitense. L’artiglieria è costituita da una collezione di cannoni e obici statunitensi e russi, con l’aggiunta di due dozzine di lanciarazzi multipli e quasi 400 mortai. Nel campo controcarro ci sono pochi sistemi Milan e Tow. L’aeronautica di fatto non esiste, ci sono però due dozzine di elicotteri UH- 1 ex statunitensi e pochi elicotteri francesi e italiani.
Non c’è dubbio che Hezbollah possa contare su armamenti più moderni e, soprattutto, su personale molto meglio addestrato. Ne consegue che l’eventuale arrivo di reparti dell’esercito nazionale potrebbe avvenire solo con il consenso di Hezbollah.

È escluso poi che l’Armée sia in grado di disarmare con la forza le milizie del Partito di Dio: difficilmente i suoi reparti reggerebbero alla prova del fuoco, sempre ammesso che i soldati, in maggioranza sciiti, a differenza di quanto avviene per i quadri ufficiali, fossero disposti a ricorrere alla forza.

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