Un bel cartoon prepara con ironia alla sfida tra i film da botteghino

Un bel cartoon prepara con ironia alla sfida tra i film da botteghino

Maurizio Acerbi

Ma che bravo il George Miller di Happy Feet, il cartoon (non si offendano i creatori ma diventa sempre più difficile dare una etichetta ben precisa a questi prodotti) che, stante il successo de La marcia dei pinguini, ha diretto, con intelligenza, una avventura natalizia con protagonisti i pinguini imperatori, che piace ai bambini e non fa annoiare gli adulti. Tanti insegnamenti (la paura della diversità, tanto per partire), molte accuse esplicite (il solito uomo) una buona dose di humour, qualche spruzzata di Moulin Rouge, una colonna sonora che prende e il successo è garantito. Siamo nella stagione degli amori e i pinguini hanno la simpatica usanza di conquistare con il canto il proprio compagno. Di conseguenza, se qualcuno non è stato beneficiato di questa dote, iniziano i problemi. Come accade al simpatico Mambo che, oltretutto, non ha la propria canzone del cuore pur ballando come pochi. Arriva la carestia e a farne le spese è proprio il povero Mambo che viene allontanato dagli anziani, proprio a causa della sua diversità. Durante l’esilio, però, Mambo scoprirà la causa della carestia; fatto ritorno in patria, a suon di tip tap, l’eroe «in frac» conquisterà la sua amata Gloria. È il film del pre-Natale. In attesa della calata dei big, dei film di Natale con Christian De Sica e Sabrina Ferilli, con Massimo Boldi che orfano del suo «gemello» si consola con Natalia Estrada e Daryl Hannah, con Paolo Bonolis ed Elena Santarelli, destinati a sfidarsi per il primato al botteghino. Primato finora saldamente in mano ad Aldo, Giovanni e Giacomo con Anplagghed al cinema.
Natalizio è certamente Nativity, il film che racconta il viaggio di Maria e Giuseppe verso Betlemme, in fuga dal Re Erode, per far nascere Gesù. Una storia che meritava una regista all’altezza del compito; invece, Catherine Hardwicke, salita alla ribalta per il trasgressivo Thirteen, rifila allo spettatore una rielaborazione senza pathos, fiacca, «sorretta» da una sceneggiatura che centellina al minimo le emozioni.
Il prescelto è un remake di un film, considerato cult, del 1973, ovvero The Wicker Man. Protagonista è Nicolas Cage, qui nei panni di un poliziotto che si reca su un’isola, per rispondere alla richiesta di aiuto di una sua ex fidanzata. Alla donna è infatti scomparsa la figlia ed il rude tutore della legge inizia così ad indagare pur fra molte reticenze. La comunità con la quale l’uomo è costretto a confrontarsi è quasi interamente femminile; ci sarà un nesso con la scomparsa? Un thriller, per essere tale, deve lasciare un minimo di suspence allo spettatore in sala. Qui, invece, sembra tutto facilmente prevedibile e l’unico mistero che non viene risolto è quello legato alla necessità di fare questo remake.
Il pregio di Conciati per le feste è quello di richiamare l’attenzione sul modo esteriore di festeggiare il Natale. Alcuni balconi italiani sono lì a dimostrare che il fenomeno non è solo americano. Non siamo agli eccessi dei due vicini di casa (Matthew Broderick e Danny DeVito) che si sfidano a suon di decorazioni natalizie sempre più esplosive, però una bella riflessione si potrebbe anche fare.


I film più visti a Genova nell’ultima settimana:
1) Anplagghed al cinema; 2) Happy Feet; 3) Il prescelto; 4) The departed; 5) La mia super ex-ragazza; 6) Il Diavolo veste Prada; 7) Cuori; 8) Marie Antoinette; 9) Le rose del deserto; 10) I figli degli uomini.
maurizio.acerbi@ilgiornale.it

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