
"Where Giorgia Meloni is leading Europe", ossia “Dove sta conducendo l’Europa”. Questo il titolo scelto dal Time per la copertina che vede protagonista Giorgia Meloni. Il settimanale americano ha dedicato un ampio articolo al primo ministro, con un ritratto complesso e sfaccettato firmato da Massimo Calabresi, capo dell'ufficio di Washington dello storico magazine. Dall’immarcescibile fascismo – “un argomento da cui non può sfuggire” secondo la testata a stelle e strisce – alla leadership che ha spiazzato anche molti dei suoi oppositori, secondo il Time la Meloni è una delle come "una delle figure più interessanti d'Europa", il cui stile di leadership potrebbe avere un impatto a livello internazionale.
A proposito di fascismo, l’articolo del Time inizia con un siparietto tra il primo ministro e il giornalista. “Sei una persona onesta”, l'esordio parlando con l’intervistatore: “C’è qualcosa del fascismo che la mia esperienza ti ricorda, di quello che faccio al governo?”. Poi i timori delle sinistre occidentali – compresi quelli di Joe Biden ("semplicemente penso che non sapeva ciò di qui stava parlando") – e le chiacchiere sull’autoritarismo, fino alla schiacciante smentita dei detrattori: le politiche moderate, il sostegno incondizionato a Ue, Nato e Ucraina, gli sforzi per ricomporre la rottura tra Europa e America. “Sulla scena internazionale si è mostrata più pragmatica che ideologica”, il parere del settimanale, “guadagnandosi il rispetto di figure politiche molto diverse tra loro, da Biden alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, fino al vicepresidente americano J.D. Vance".
Nel dialogo con il Time, la Meloni ha spiegato di opporsi a quello che definisce un globalismo “omogeneizzante”, ma ha ribadito l’appoggio all’integrazione europea. “È la prima donna leader in Italia e afferma di aver dovuto affrontare stereotipi ridicoli nella sua carriera, ma respinge i tentativi del governo di porvi rimedio o di correggere altre forme di discriminazione, che definisce ‘quote’”, si legge ancora, oltre alla rivendicazione dei grandi risultati ottenuti dal suo esecutivo.
Per la testata Usa, la Meloni “sta costruendo un nuovo tipo di nazionalismo”, fatto di populismo e politiche filo-Nato e filo-Occidente, impegnato nelle alleanze europee e atlantiche. “Prima di tutto, dobbiamo difendere ciò che siamo, la nostra cultura, la nostra identità, la nostra civiltà” la strada indicata dalla leader del governo di Roma. Il lungo articolo ospita anche il giudizio di altri protagonisti della vita politica, come il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. “Siamo gli eredi del partito di destra”, sottolineando che Fratelli d’Italia è “diventato il partito che raggruppa le persone di destra, persone che sono patrioti del nostro Paese, persone moderate, indipendentemente dal loro precedente background politico”.
Il servizio ripercorre anche fasi della gioventù della Meloni, con episodi della vita familiare su cui viene interpellata anche la sorella Arianna: sul padre che abbandonò la famiglia ha affermato che "semplicemente a lui non importava di noi". Un passaggio è stato dedicato anche akl'episodio dell'incendio che distrusse la casa dove vivevano prima di trasferirsi alla Garbatella: un rogo che "diede a Giorgia più coraggio, l'ha resa quella che è oggi", secondo la sorella. "Forse è per quello che mi sono unita al Msi, per la fiamma", l'ironia del premier.
Per quanto concerne la politica estera, la Meloni ha confermato il sostegno a Zelensky e la necessità di sostenere Kiev fino alla fine. Anche con Trump che ha ascoltato e risposto, ma senza che lo scambio diventasse polemico: “Lui è un combattente, e io sono una combattente”. Non è mancato un riferimento alle solite polemiche sul suo conto: dagli attacchi alla stampa all'inasprimento delle leggi sulla sicurezza, passando per il tentativo di limitare le competenze della magistratura all'adozione di politiche migratorie drastiche spesso bloccate dai tribunali e il divieto della maternità surrogata anche all'estero. "Pregiudizi ideologici" basati sul suo passato, la replica tranchant. “Mi hanno accusato di ogni cosa possibile, dalla guerra in Ucraina alle persone che muoiono nel Mediterraneo. Semplicemente perché non hanno argomenti [...] Non sono razzista”, ha proseguito: “Non sono omofoba.
Non sono tutto quello che hanno detto”. Alla domanda su quale tipo di nazionalismo appoggi, il premier ha risposto che il suo è “principalmente un modo per difenderci da una globalizzazione che non ha funzionato”.