Un po’ come per uno privo di sensi essere svegliato a schiaffi. Ecco, è stata così la prima volta che Belen Rodriguez è apparsa in tv, non ancora vidimata dal successo. Intrisa di sole, con una bocca fatta apposta per pronunciare solo parole rotonde, una faccia senza burrasche, e il chiasso della vita addosso: la copia carbone della perfezione. E a girarla «di dietro» era la stessa storia. Naturalmente era argentina, naturalmente aveva fatto un sacco di provini, naturalmente aveva un fidanzato calciatore (Marco Borriello), naturalmente era dentro a un reality (L’Isola dei famosi). E allora in tanti hanno pensato, in tanti hanno malignamente «sperato»: questa non fa il nido da nessuna parte.
Invece, a un annetto da quella prima apparizione, Belen ha fatto il nido e l’ha pure arredato. Programmi, spot, spot, programmi, calendari... Da oggi, in seconda serata, perfino la conduzione «in solitaria» di un comedy show su Raidue: si intitola Stiamo tutti bene e di certo ci sarà più da ridere rispetto a quella tragica, sconsolata carrellata di parenti che Marcello Mastroianni faceva nel quasi omonimo film di Giuseppe Tornatore. Tra comici, ballerine, pubblico e personaggi surreali. Sei serate per far vedere che è capace anche di questo. Di ricevere il pubblico da sola sul palco.
La Rodriguez, a ventisei anni, è diventata il personaggio più richiesto della televisione italiana. A colpi di spazzola e sorprendente disciplina, a colpi di amori e coltivato talento. Alla faccia di quanti sono convinti del fatto che una femmina (e che femmina...) non è un corso stabile.
È arrivata in finale all’Isola (poi ha vinto Luxuria), ha piantato Borriello, ha fatto arrivare in Italia i parenti: prima il fratello (rispedito a casa perché troppo bello e indisciplinato) poi la sorella che a Belen assomiglia per l’inarrivabile «lato b», si è fidanzata e lasciata e rimessa e rilasciata e rifidanzata con quell’eccesso futurista di Fabrizio Corona, uno che potrebbe asfaltare la laguna di Venezia, altro che Marinetti, contribuendo ad alimentare il personaggio Belen.
Si è fatta intervistare da quella trappola d’acciaio di Piero Chiambretti e quella sera ha riso, è stata al gioco, ha ballato e ha cantato. Perché sono tutte cose che sa fare: una bella che si è data senso, Belen che vuol dire Betlemme. Una che ha capito quanto vicino bisogna guardarsi per andare lontano. Una che s’è ammirata allo specchio ma non s’è fermata lì. È arrivata da Buenos Aires con in tasca il diploma del liceo artistico e il prezioso corredo della coscienza di sé. E appena ha avuto modo, si è accomodata, ghiotta, al banchetto della vita non saltando nemmeno una portata. Perché sì, per quelle così la vita può essere solo un banchetto. Le sfilate di moda, le campagne pubblicitarie per le case di intimo, Scherzi a parte con Amendola e Mammucari, Sarabanda sempre con Mammucari, gli spot della Tim con Christian De Sica, perfino un duetto al Festival di Sanremo assieme a un inspiegabilmente scettico Toto Cutugno, che alla fine faceva bene ad essere scettico visto che Belen ha cantato meglio di lui quella brutta canzone dal titolo Aeroplani. Forse un film di Natale e perfino una puntata del Commissario Montalbano, accanto a Luca Zingaretti, speranza di approdo per qualsiasi donna, anche di quelle che non fanno le attrici... Poi qualche nota personale, per il pubblico goloso: un po’ di piatti tirati dietro a Corona, scaramucce per gelosie, traslochi, ex fidanzati che rispuntano (Borriello) che poi invece non rispuntano, scatti bollenti da vacanze esotiche, altri sotto la pioggia milanese all’uscita di qualche ristorante di moda, un dovuto cenno sulla gravidanza «ora è troppo presto, i miei impegni non si conciliano col pancione». Mora e luminosa che pare toccata dal fosforo, Belen. Ed è solo l’inizio. E si tiene lontana dalla fine ogni giorno: evitando le bizze e non sbagliando le scelte. Ben costruita e ben guidata (fa parte niente meno che della scuderia di Lucio Presta), ha messo il futuro in cassaforte Belen, ed è il dovere di chi viene al mondo benedetta dalle fate.
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