Politica

Belgio verso il sì all’adozione per coppie gay

nostro inviato a Bruxelles

All’Europa che ha paura del futuro, che mastica amaro per stagnazione e disoccupazione e che teme sempre più le ondate migratorie incontrollate, il governo belga di centrosinistra si appresta a rispondere con una raffica di novità: via libera all’adozione per gli omosessuali, alla clonazione per scopi terapeutici, all’omologazione (per finanziamenti) tra chiese e moschee e alla liberalizzazione dell’uso della cannabis. Mentre è già in atto anche un dibattito sulla possibilità o meno di «affitto» dell’utero.
Un pacchetto di misure su cui ha dato il via libera il governo rossoverde di Guy Verohfstadt, che comprende anche socialdemocratici e liberali di sinistra e che ha provocato una dura presa di posizione dell’episcopato belga, dettosi «molto preoccupato» della china che si va prendendo nel «cattolicissimo» regno di valloni e fiamminghi, dove la Chiesa di Roma ha una schiacciante maggioranza di fedeli.
La questione che attualmente preoccupa di più i vescovi è quella dell’adozione da parte di coppie omosessuali, forse anche perché è la più vicina al traguardo. Martedì prossimo il disegno di legge va all’esame della commissione Giustizia, ed entro il prossimo mese andrà in aula dove la maggioranza non teme diserzioni. «Non si mette in dubbio la buona fede delle coppie omosessuali nel voler ottenere l’adozione - scrivono i vescovi, già sconfitti nel 2003 dalla norma che permetteva unioni legali alle coppie gay - ma una simile scelta accredita l’idea che i legami omosex siano una semplice variante rispetto alla coppia formata da uomo e donna. Già aver permesso di chiamare “matrimonio” l’unione di due uomini o due donne è uno stravolgimento. La legalizzazione dell’adozione aumenterebbe ancor più la confusione».
La maggioranza di governo non fa comunque una piega. Rileva che già in altri Paesi l’adozione di coppie omosex ha avuto il via libera (Svezia e Danimarca, mentre l’Olanda deve decidere se allargare la possibilità d’adozione anche all’estero, attualmente vietata) e nota come una ricerca dell’università di Gand abbia messo in luce che più di metà delle coppie gay non sogna altro che prendersi cura di un bebè. L’opposizione - i due partiti democristiani, i liberali di destra e i fiamminghi xenofobi del Block - protestano, ma hanno scarse speranze di rompere il fronte. Contro il quale, invece, si sta ponendo sulla questione la comunità musulmana (in crescita nel Paese) che però si agita poco, almeno sopra il pelo dell’acqua, in previsione di tutta una serie di misure a suo favore, a cominciare appunto dall’equiparazione - nei finanziamenti ed altro - tra moschee e chiese cristiane.
La norma che concederà l’adozione, messa a punto dopo lunghi compromessi nella maggioranza, permetterà alle coppie gay di adottare in Belgio o all’estero secondo le regole già vigenti per le coppie eterosessuali. Salvo il fatto che bisognerà andare davanti ad un giudice per scegliere il cognome da dare al bimbo. «Una misura che metterà termine all’ipocrisia attuale e che ci permetterà di agire nell’interesse dei bambini» dicono i socialisti di Elio Di Rupo. «Una follia» replicano i democristiani, allargando il discorso alle altre innovazioni messe a punto. Con i vescovi che, come in Spagna, scendono in campo.

Ma che, come è accaduto con Zapatero, già temono di perdere la partita.

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