La bella favola di Tommasi non commuove la Fiorentina

Il giocatore meno pagato d’Italia illude la Roma, ma Toni pareggia su rigore

(...) Può gestire la partita grazie al gol lampo di Damiano Tommasi (un recupero prezioso per Spalletti), non riesce a chiuderla per l’incapacità realizzativa (e di occasioni create) dei suoi attaccanti e poi paga il fallo di Mexes. L’unico dato positivo è che l’undici giallorosso praticamente inedito mostra almeno un buon gioco al cospetto di una squadra avversaria più in forma a livello psicofisico.
Spalletti fa la conta degli assenti. Nonda influenzato lascia il ritiro nel pomeriggio e viene richiamato d’urgenza Montella, nemmeno convocato sabato per i problemi alla schiena. Cassano, che torna in campionato dopo 56 giorni, gioca dal primo minuto. Totti tiene in ansia il tecnico giallorosso fino all’ultimo: ieri mattina, per il forte dolore al collo del piede, sembrava impossibile un suo impiego ma con il passare delle ore la situazione è migliorata. La Fiorentina conferma l’undici delle ultime settimane, con il modulo a una sola punta. Prandelli torna all’Olimpico contro la Roma dopo i 91 giorni trascorsi in giallorosso.
La partita conosce subito una svolta importante: nemmeno 100 secondi e un pallone perso da Dainelli fuori dall’area fa scattare l’azione in velocità della Roma. Cross di Cassano, difesa viola sorpresa e Tommasi che deposita in gol nonostante l’intervento disperato di Ujfalusi, chiamato a scalare sul centrocampista. Un gol importante per il giocatore veneto, uscito dal tunnel di un grave incidente al ginocchio destro. Tutta colpa dell’irlandese dello Stoke City Stoddard nel luglio 2004 (la Roma era in ritiro a Irdning) il cui intervento rischiò di fargli chiudere la carriera. Ma Tommasi ha lottato e ieri è tornato in campo da titolare dopo un anno e mezzo. E per riconoscenza alla società che ha aspettato il suo lento recupero, ha chiesto il minimo sindacale di stipendio, 1.470 euro al mese. Ieri sera la sua gioia dopo il gol (il tredicesimo nella partita 240 in serie A) era irrefrenabile. Tommasi non segnava in campionato dal 3 maggio 2003 (gol a Reggio Calabria) e in Coppa Italia dal 17 dicembre dello stesso anno (rete a Palermo).
Nei primi venti minuti i viola subiscono la veemenza della Roma che potrebbe raddoppiare all’8’ se Frey non si superasse sul colpo di testa di Cassano, attivissimo nonostante i consueti fischi del pubblico. Totti non sta bene, ma la Fiorentina gli lascia quei dieci metri di libertà che gli permettono di essere sempre insidioso. Dacourt e De Rossi sovrastano gli avversari diretti Brocchi e Donadel, mentre Tommasi (galvanizzato dal gol) pare ispiratissimo. Deludono i viola, Toni ben marcato dai difensori di casa non è preciso nelle uniche occasioni concessegli. L’unico brivido arriva su un tiro di Dainelli, dopo un’uscita inguardabile di Doni, sul quale Kuffour (bravissimo) ci mette più di una pezza spedendo il pallone sulla traversa. Fiore non è in serata, evidentemente l’aria romana lo emoziona (era successo anche con la Lazio).
Logico che per sbloccare una delle più brutte Fiorentina degli ultimi tempi (a livello di gioco e quantità) serva un episodio. E puntuale arriva il fallo di Mexes su Pazzini, la carta giocata da Prandelli per cercare di cambiare il volto al match. Rosso forse esagerato per il francese, che non sembrava ultimo uomo, esecuzione perfetta di Toni (in gol da sei giornate consecutive, ora a quota 16 nella classifica marcatori).

La Roma prova a vincere, ma in dieci non ha la forza né l’impeto giusto. Di questi tempi, seppure a denti stretti, meglio accontentarsi. La Fiorentina fallisce parzialmente il secondo esame da grande e ora attende il doppio confronto (Coppa Italia e campionato) con la Juventus.

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