Bellucci e Marceau, belle e un po’ ridicole

CannesDue film attesissimi al Festival, ieri. Bright Star di Jane Campion, regista di Lezioni di piano, Palma d'oro e premio per l'interpretazione femminile a Cannes nel 1993; e Ne te retourne pas, di Marina De Van, fuori concorso, con le brune più sexy del momento: Sophie Marceau e Monica Bellucci.
Bright Star (Stella splendente) racconta il legame fra il poeta John Keats e Fanny Brawne, sua stupenda vicina di casa. Incarnazione dell'estetica romantica, i giovani eroi sono poveri e belli. S'amano, non si possono sposare, tossiscono molto. Bright Star trae il titolo da una poesia di Keats, scritta per Fanny sulla seconda pagina di copertina della sua raccolta di opere shakespeariane. Secondo le parole della regista, è stato concepito «come una ballata, simile a Eve of St Agnes di Keats.
Magnifiche le scene iniziali, che connettono sartoria, passione di Fanny, e poesia, ambizione di John. I personaggi sono bene interpretati, nonostante scene troppo lunghe e prevedibili. La Campion è però riuscita, come voleva, «a evitare la maniera dei film in costume». E si è staccata dalla biografia, inventando i legami visivi e narrativi utili all'intreccio. «Ho letto la biografia di Keats di Andrew Motion e m'ha colpito il momento dell'incontro con Fanny. Mi sono innamorata della loro storia, ero affascinata e commossa dalla loro sofferenza, dalla bellezza e dall'innocenza del loro amore... Ma non i film biografici non mi piacciono. Ho cercato un'ottica specifica, quella di Fanny, di cui non si sa quasi nulla».
Doti del film, nonostante i luoghi comuni, è riscoprire la poesia di Keats ed esplorare l'apprendimento dell'amore e dei suoi dolori, grazie al personaggio di una giovane sfrontata, arrogante, che spezza la forza dei suoi sentimenti per un uomo condannato. Jane Campion ha detto d'aver pianto leggendo la morte di Keats. Gli spettatori, che l'avevano imitata alla fine di Bright Star, si sono consolati con Ne te retourne pas (Non voltarti).
Presentato come film serio, ha suscitato risate ironiche e fatto sbattere qualche porta ben prima della fine. Il film, una sorta di thriller psicologico che vede lentamente la Marceau trasformarsi nella Bellucci (fisicamente e psicologicamente), non ha convinto la platea dei giornalisti.

In sostanza una donna (la Marceau) non riconosce più figli e marito, e ci riuscirà di nuovo quando cambierà lei stessa prendendo le sembianze di un’altra (la Bellucci). Goffi anche gli effetti speciali, ma ci vuole riconoscenza; c'è così poco da ridere al Festival.

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